Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in concomitanza con la divulgazione dei dati dell’International Civic and Citizenship Education Study (ICCS) riferiti al 2022, relativi alla conoscenza dell’Educazione civica da parte degli studenti italiani, propone una serie di riflessioni.
- L’indagine in questione ha riguardato oltre 40mila docenti, 22 Paesi, per quasi 82mila studenti nella fascia di età tra i 13 e i 14 anni. I nostri allievi partecipanti erano circa 4300.
- Le rilevazioni denotano risultati che si prestano a una duplice lettura; se da una parte alcuni intonerebbero un peana perché i nostri giovani risultano più consapevoli e informati in materia di cittadinanza responsabile rispetto a molti coetanei nel mondo, è anche vero che non è stato registrato alcun progresso rispetto al passato; anzi, anche se per una sola modesta unità numerica, il punteggio medio degli studenti si è abbassato: infatti, nel 2022 è pari a 523, mentre nel 2016 era 524.
- Ancora una volta gli esiti dimostrano quanto la deprivazione socio-culturale incida nell’acquisizione delle competenze più sofisticate; al Centro – Nord la media si alza come pure accade in corrispondenza di contesti familiari agiati; il divario Nord – Sud è evidente: il punteggio degli studenti meridionali è fortemente inferiore rispetto ai loro connazionali.
- I giovani che abbiano dimostrato di possedere informazioni e competenze di carattere civico si dichiarano anche più propensi a esercitare il diritto di voto e a contribuire attivamente alla vita politica e sociale del Paese; esprimono maggiore interesse e attenzione per le problematiche ambientali e le studentesse, in generale, dimostrano maggiore sensibilità, nonché consapevolezza delle problematiche giuridiche o afferenti alla legalità.
- Evidentemente, collegando tutte le informazioni, si evince quanto sia determinante l’Educazione civica come pilastro portante del sistema educativo; tuttavia sia consentita una riflessione: pur volendo considerare le problematiche connesse ai periodi di lockdown, amareggia constatare come da quando sia stata istituita la disciplina di Educazione civica non siano sortiti progressi di alcun genere in merito alle conoscenze degli studenti. Si dovrebbe probabilmente, come da più tempo il CNDDU auspica, modificare l’assetto generale della disciplina e soprattutto affidarla totalmente ai docenti più indicati per tale compito con studi giuridici specifici alle spalle. Sarebbe doveroso per coordinare le attività necessarie prevedere un docente A046 – discipline giuridiche ed economiche in ogni realtà scolastica di primo e secondo grado.
Occorre accelerare l’iter della Proposta di legge (C. 957) “Modifiche all’articolo 2 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernenti l’introduzione dell’insegnamento di scienze giuridiche, economiche e del lavoro nel primo biennio dei corsi delle scuole secondarie di secondo grado e l’attribuzione del coordinamento dell’insegnamento dell’educazione civica ai docenti di discipline giuridiche ed economiche” a firma di Cangiano e altri.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU