Antonio De Luca ( M5S Ars): “La sanità deve diventare una priorità per il governo. Cominciamo col cercare di frenare la fuga verso il privato”
Palermo – “Comprendo che al momento è solo un sì in commissione, ma dal momento che c’è stato l’ok all’unanimità e che c’è il placet del governo sono più che fiducioso che questa norma, attesa da tanti medici, diventerà legge”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars e presidente della sottocommissione sui pronto soccorso Antonio De Luca, a commento del sì arrivato giovedì in commissione Salute dell’Ars alla norma 5 stelle, accorpata a quella del governo, che prevede nella prossima Finanziaria incentivi fino a 18 mila euro annui prioritariamente per i medici in servizio nelle aree di emergenza, esclusi quelle delle città metropolitane.
“ É ovvio – dice De Luca – che questa norma da sola non può bastare a risolvere i problemi delle aree di emergenza-urgenza, perennemente a corto di camici bianchi, ma da qualche parte si doveva pure cominciare, specie se si considera che nella prima bozza di Finanziaria approntata dal governo, per la sanità non c’era un solo euro. Considero questo il primo passo di un cammino che dovrà portare la sanità in cima alle priorità del governo che invece troppo spesso ha trascurato questo settore nevralgico per tutti i siciliani”.
“Questa norma – aggiunge De Luca – punta a mettere un primo argine alla fuga in atto dei medici verso il privato, che offre condizioni di lavoro più serene e buste paga più pesanti, e a favorire l’arrivo di nuovi professionisti nelle aree di emergenza degli ospedali periferici e delle zone disagiate, dove la carenza di camici bianchi è più accentuata e di conseguenza le condizioni di lavoro sono tutt’altro che accettabili. Con la sottocommissione sui pronto soccorso, che ringrazio, ho avuto modo raccogliere gli appelli di medici e personale sanitario che non potevano rimanere inascoltati. Solo grazie al loro stoico operato e al loro spirito di sacrificio finora il sistema non è crollato”.
“Questo – conclude De Luca – non è che il primo passo, altri ce ne dovranno essere per garantire non solo ai medici, ma anche a tutto il personale paramedico in servizio nelle aree di emergenza, di lavorare in condizioni più serene e, di conseguenza, assicurare ai pazienti la dovuta assistenza”