La Commissione definisce le priorità fondamentali del semestre europeo per l’anno a venire al fine di rafforzare la competitività dell’UE

Bruxelles – La Commissione europea ha avviat il ciclo del semestre europeo 2024 per il coordinamento delle politiche economiche. Il pacchetto d’autunno si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2023, secondo cui l’economia dell’UE, pur mantenendosi resiliente di fronte ai molteplici shock degli ultimi anni, nel 2023 ha perso slancio di crescita per via dell’inflazione elevata e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento; si prevede solo una ripresa modesta della crescita per il 2024.

L’UE fa fronte a una serie di importanti sfide strutturali — tra cui la bassa crescita della produttività, le transizioni verde e digitale, l’invecchiamento della popolazione e l’inclusione sociale — che deve superare per mantenere la competitività sostenibile. L’esigenza di un’UE competitiva in un mercato globale, senza lasciare nessuno indietro, è stata dimostrata anche dai recenti sconvolgimenti di matrice geopolitica.

Stabilendo le priorità ed emanando orientamenti politici chiari e coordinati per l’anno a venire, il coordinamento delle politiche economiche nell’ambito del semestre europeo aiuterà gli Stati membri a centrare questi obiettivi.

Analisi annuale della crescita sostenibile

L’analisi annuale della crescita sostenibile di quest’anno prospetta un programma ambizioso atto a rafforzare ulteriormente la risposta politica coordinata apportata dall’UE per rafforzare la sua competitività attraverso la transizione verde e digitale, assicurando nel contempo l’equità sociale e la coesione territoriale.

Restano ferme le quattro priorità del semestre europeo: promuovere la sostenibilità ambientale, la produttività, l’equità e la stabilità macroeconomica, al fine di favorire una sostenibilità competitiva. L’impostazione è conforme agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, i quali costituiscono parte integrante del semestre europeo.

La risposta a sfide strutturali ed emergenti per realizzare appieno il potenziale di competitività di ciascuno Stato membro rientra fra i punti focali del ciclo di quest’anno. Ciò comprende eliminare le strozzature che ostacolano gli investimenti pubblici e privati, sostenere un contesto imprenditoriale favorevole e assicurare lo sviluppo delle competenze necessarie per le transizioni verde e digitale. A tale riguardo il ciclo 2024 del semestre europeo verterà in particolare sulle sinergie e complementarità tra l’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza e i programmi della politica di coesione, come pure sull’individuazione dei settori ancora carenti di investimenti e riforme a livello nazionale e regionale.

Inoltre nel 2024 la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita dovrebbe essere disattivata. La politica di bilancio deve accompagnarsi a quella monetaria nel ridurre l’inflazione e salvaguardare la sostenibilità delle finanze pubbliche, garantendo nel contempo un margine sufficiente per ulteriori investimenti e promuovendo la crescita a lungo termine.

Pareri sui documenti programmatici di bilancio 2024 degli Stati membri della zona euro

La Commissione ha valutato la conformità dei documenti programmatici di bilancio per il 2024 alle raccomandazioni di bilancio adottate dal Consiglio a luglio 2023.

Nel complesso la Commissione ritiene che i documenti programmatici di bilancio di Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania siano in linea con le raccomandazioni del Consiglio. Diversamente, i documenti programmatici di bilancio di Austria, Germania, Italia, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia non sono pienamente in linea con tali raccomandazioni e quelli di Belgio, Finlandia, Francia e Croazia rischiano di non esserlo affatto.

Raccomandazione sulla politica economica della zona euro per il 2024

La raccomandazione per la zona euro fornisce consulenze politiche su misura agli Stati membri partecipanti su questioni relative al funzionamento della stessa nel suo complesso. Quest’anno l’ accento è posto sulle risposte politiche alle sfide dell’inflazione elevata e della competitività.

Gli Stati membri della zona euro dovrebbero:

  • adottare politiche di bilancio prudenti coordinate ed eliminare gradualmente le misure di sostegno connesse all’energia, al fine di migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche ed evitare di alimentare pressioni inflazionistiche;
  • assicurare livelli elevati e duraturi di investimenti pubblici e promuovere gli investimenti privati accelerando l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi della politica di coesione;
  • sostenere dinamiche salariali che attenuino la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori, tenendo conto dell’evoluzione della competitività;
  • monitorare i rischi connessi all’inasprimento delle condizioni finanziarie, lavorando nel contempo al completamento dell’Unione bancaria;
  • rafforzare la competitività migliorando l’accesso ai finanziamenti, compiendo progressi verso l’Unione dei mercati dei capitali e assicurando che il sostegno pubblico ai settori strategici rimanga mirato e non alteri la parità di condizioni del mercato unico.

Relazione sul meccanismo di allerta

La relazione sul meccanismo di allerta è un esercizio di vaglio per reperire potenziali squilibri macroeconomici. Individua gli Stati membri che necessitano di esami approfonditi per verificare la presenza di squilibri che richiedano un’azione politica.

Dall’ultima tornata della procedura per gli squilibri macroeconomici era emerso che Cipro, Germania, Grecia, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia presentavano squilibri o squilibri eccessivi; di conseguenza questi paesi saranno nuovamente sottoposti a esami approfonditi nel ciclo 2023-2024.

Quest’anno la relazione sul meccanismo di allerta conclude che l’esame approfondito è giustificato per un ulteriore Stato membro, la Slovacchia. Il paese era già stato sottoposto a un esame approfondito nel precedente ciclo annuale, dal quale era risultata l’assenza di squilibri. Tuttavia l’andamento dell’economia registrato da allora indica un persistente rischio di squilibri che non sembra in via di riassorbimento.

Proposta di relazione comune sull’occupazione

La proposta di relazione comune sull’occupazione conferma la resilienza del mercato del lavoro dell’UE. Nel complesso il tasso di occupazione nell’Unione ha raggiunto il 74,6 % nel 2022, per poi salire ulteriormente al 75,4 % nel secondo trimestre del 2023, superando ampiamente i livelli pre-pandemia. Allo stesso tempo nel 2022 la disoccupazione nell’UE è scesa ai minimi storici (6,2 %), tendenza, questa, proseguita nel secondo trimestre del 2023 (6 %). Permangono tuttavia disparità tra gli Stati membri, le regioni e i settori.

Nonostante l’aumento dei salari nominali, nel 2022 i salari reali sono diminuiti, in varia misura, in quasi tutti gli Stati membri. Ciò sottolinea l’importanza di equilibrare i meccanismi di determinazione delle retribuzioni, con un forte dialogo sociale e una contrattazione collettiva efficace, in linea con le prassi nazionali. Salari minimi adeguati possono contribuire a proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori a basso reddito e a diminuire la povertà lavorativa, sostenendo nel contempo la domanda e rafforzando gli incentivi al lavoro. Le notevoli carenze di manodopera e di competenze intralciano la crescita economica e, se non affrontate in modo adeguato, rischiano di ostacolare le transizioni verde e digitale.

Questa edizione della relazione comune sull’occupazione è la prima a riferire sui progressi compiuti verso gli obiettivi nazionali e dell’UE in materia di occupazione, di competenze e in ambito sociale per il 2030. Sebbene sia sulla buona strada per realizzare entro il 2030 l’obiettivo principale del 78 % in materia di occupazione, l’UE deve ancora compiere progressi significativi per raggiungere gli altri due obiettivi principali che si è posta in materia di apprendimento degli adulti e riduzione della povertà. La relazione pone inoltre una maggiore attenzione specifica per paese, in linea con i principi di un quadro di convergenza sociale. Analizza le sfide in ambito sociale, del mercato del lavoro e delle competenze degli Stati membri al fine di individuare i potenziali rischi per la convergenza sociale verso l’alto che devono essere esaminati in maniera più approfondita.

Prossime tappe

La Commissione invita l’Eurogruppo e il Consiglio ad esaminare il pacchetto d’autunno 2024 e approvare gli orientamenti impartiti. Attende con interesse di avviare un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo sui contenuti di questo pacchetto e su ogni tappa successiva del ciclo del semestre europeo, nonché un ulteriore coinvolgimento delle parti sociali e dei portatori di interessi.

Contesto

Il semestre europeo costituisce la cornice di coordinamento delle politiche economiche e occupazionali degli Stati membri. Dall’introduzione nel 2011 si è via via affermato come consesso consolidato in cui discutere, secondo un calendario annuale comune, le sfide cui gli Stati membri dell’UE devono far fronte in termini di politica di bilancio, economica e occupazionale.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è il fulcro di NextGenerationEU, forte di 723,8 miliardi di € in prestiti e sovvenzioni da destinare al sostegno delle riforme e degli investimenti attuati dagli Stati membri dell’UE. L’obiettivo è attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di coronavirus e rendere le economie e le società europee più sostenibili, resilienti e meglio preparate alle sfide e opportunità legate alle transizioni verde e digitale.

I pagamenti erogati finora in virtù del dispositivo per la ripresa e la resilienza ammontano a 175 miliardi di €. Successivamente alle revisioni dei piani in relazione a REPowerEU, sono previsti impegni fino a 150 miliardi di € di risorse aggiuntive, di cui un massimo di 127 miliardi in prestiti. Nell’ambito dei fondi della politica di coesione, dall’inizio della pandemia di COVID-19 sono stati erogati oltre 210 miliardi di €. Ad oggi la Commissione ha avallato 21 piani nazionali di ripresa e resilienza riveduti presentati dagli Stati membri, che contengono capitoli dedicati al piano REPowerEU tesi a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e accelerare la transizione verde. Il Consiglio ha già approvato 13 dei piani riveduti e dovrebbe pronunciarsi su quelli restanti entro la fine dell’anno.

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