“Insufficienti le misure varate, soprattutto per i giovani. A Palermo ci saranno eserciti di pensionati con meno di 500 euro mensili”
Palermo – “Pensioni, c’è un futuro”? Su questo spinoso argomento, al centro delle misure della manovra finanziaria del governo Meloni, lo Spi Cgil Palermo ha chiamato a raccolta, giovani, studenti, donne, lavoratori e lavoratrici precarie in un’iniziativa che si terrà a partire dalle ore 9,30 al san Paolo Palace Hotel e che sarà conclusa dalla segretaria nazionale Spi Cgil Tania Scacchetti.
Al centro, il capitolo della manovra che riguarda le pensioni, sulle quali è prevista una stretta non indifferente. Lo Spi Cgil giudica le misure annunciate “insufficienti” e ribadisce le rivendicazioni per un cambio di passo sul sistema previdenziale, una delle motivazioni per cui la Cgil è scesa in piazza a Roma il 7 ottobre.
“E’ totalmente insufficiente il segnale che questo governo vuole dare alle pensioni di ‘nuova generazione’, le pensioni interamente contributive, quelle introdotte dalla legge 335 del 1995, le pensioni di chi ha avuto accesso al mondo del lavoro e ha cominciato a versare contributi dal 1996 in poi”, dice Emanuela Bortone, segretaria Spi Cgil Palermo, che terrà la relazione introduttiva.
L’ingresso in ritardo dei giovani al mondo del lavoro, un lavoro sempre più spesso saltuario, precario, frammentato, senza continuità di versamenti contributivi e sottopagato.
Ecco il quadro sul quale si aprirà confronto “Pensioni, c’è un futuro?” presieduto dal segretario generale Spi Cgil Palermo Salvatore Ceraulo, interverranno il direttore Inca Palermo Valerio Lombardo, il segretario generale Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone, il presidente comitato provinciale Inps Roberto D’Agostino, Valerio Quagliano, coordinatore Udu Palermo, la segretaria generale Spi Cgil Sicilia Maria Concetta Balistreri. Saluti del sindaco Roberto Lagalla, del direttore provinciale Inps Carmelo Sciuto, del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo.
“Per troppi anni mi sono occupata di calcoli di pensioni, per non avere la certezza che gli importi di molte pensioni contributive saranno ben al di sotto degli importi delle pensioni minime. A Palermo avremo pensioni di importi pari a 200-300 euro mensili – aggiunge Emanuela Bortone, – Immagino un esercito di pensionati con pensioni in media sotto le 500 euro che ogni mese dovrà decidere se pagare l’affitto, fare la spesa o curarsi. Sarebbe stato meglio se si fosse pensato ad un trattamento minimo di garanzia anche per le pensioni contributive, come esiste già per le pensioni retributive e miste, per le quali se l’importo di pensione è sotto il minimo, e non si hanno altri redditi, è lo Stato che integra la pensione fino al trattamento minimo stabilito per la “sopravvivenza”.
Il sindacato dei pensionati chiede da tempo risposte concrete: bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, superare la disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantire una maggiore libertà di scelta ai lavoratori su quando andare in pensione. E ancora, favorire l’accesso alla previdenza integrativa e garantire un’effettiva rivalutazione delle pensioni.
Dalle prime notizie sulla manovra, le uniche novità sono il rinnovo di opzione donna e quello di Ape Sociale: le due misure faranno parte di un fondo unico per la flessibilità in uscita, che consentirà di andare in pensione a 63 anni di età e 36 di contributi per caregiver, disoccupati, disabili, lavoratori gravosi e 35 anni di contributi per le donne. Si innalza di un anno l’età per quota 103 che di fatto diventa quota 104.