Monreale (PA) – Violenza di gruppo o vuoto di massa: Latitanza pura, di Nicolò Mannino.
«In queste ore un urlo si è levato in piena estate tra le onde dell’indifferenza e un mare di chiacchiere: Un gruppo di ragazzi, etichettato giovane “branco”, si è reso protagonista di un macabro e forse meditato gesto di violenza inumana verso una adolescente. Orrore e ribrezzo. Senso di vomito e tanta chiacchiera che giustamente deve fare riflettere. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. E’ pur vero che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Il prossimo nove settembre alle ore nove e trenta al Convegno Nazionale del Parlamento della Legalità Internazionale (Chiesa Auditorium Santissimo Salvatore a Palermo) verrà presentato il libro dal titolo: “Il mio nome è Amore”, curato e composto da tanti giovani di diverse città d’Italia che amano la vita, credono in un mondo migliore del presente e invocano l’esistenza di adulti che prendano a cuore i loro sogni e le loro speranza. Giovani meravigliosi che inneggiano alla bellezza e alla speranza. Che inchiodano al muro ogni gesto di violenza che mette a nudo la meschinità e la fragilità di chi invece pensa di essere un Superman del sesso sfrenato che è privo d’amore. L’ululato dei lupi che raccontano e commentano la violenza di gruppo si ode in ogni coscienza. E dopo il commento che si fa? Fermiamoci, e se abbiamo a cuore i “cuori” dei nostri bambini, adolescenti e giovani, iniziamo a pensare e agire subito come aiutarli a riempire un vuoto esistenziale che è già una cisterna screpolata. C’è un vuoto creato da una farsa, da un finto dialogo che arriva alle orecchie dei nostri giovani ma non scende nel cuore. Famiglia dove sei? Società civile che stai facendo? C’è vuoto e silenzio, rumore di passerelle dove si narrano progetti e problematiche con i “vip” di turno e chi sta in platea (annoiato e disinteressato) gioca con il cellulare. Si vuole fare sul serio? Si vuole lasciare progetti su carta e scendere nel silenzio dell’anima di chi non sa se ne ha una? Non è più tempo di scrivere, commentare, additare e far finta che i “nostri figli” sono altro. No. E’ tempo di spogliarsi di falso perbenismo e se veramente i giovani ci stanno a cuore, andiamo noi incontro a loro e avere il coraggio di imbrattare il nostro viso con le loro lacrime. Lacrime che sanno di dolore, di inganno e di solitudine. “Il mio nome è Amore” (copertina curata dal prof. Antonio Caputo) non è solo il titolo di un nuovo libro nato in casa Parlamento della Legalità Internazionale bensì una certezza che gli adolescenti e giovani sanno ancora sognare e sanno amare. E questa è una verità racchiusa in un libro che sta per arrivare fra le mani di tanti (Nicolò Mannino, Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale)».
Giuseppe Longo