“Con Peppino per intensificare la lotta contro la violenza mafiosa e fascista e per chiedere pace e diritti”
Cinisi (Palermo) – La Cgil Palermo partecipa questo pomeriggio al corteo antifascista e contro la mafia da Radio Aut, a Terrasini a Casa memoria, a Cinisi in occasione del 45° anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato. Alle ore 18,30 a Casa Memoria tra gli interventi anche quello di Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil nazionale.
“Siamo a Cinisi con lo striscione della Camera del Lavoro e le bandiere della Cgil- dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – per continuare il nostro percorso di mobilitazione e di lotta, nel nome di Peppino Impastato e di tutte le vittime della mafia, per opporci alla violenza mafiosa e a quella fascista. E per chiedere che in questo momento storico, con gli investimenti del Pnrr in corso, l’attenzione alle infiltrazioni mafiose negli appalti, nella sanità, nei rifiuti, sempre più pressanti, come emerge da tante indagini, deve essere intensificata. E che la lotta alla mafia torni a essere la priorità di chi ci governa. Cosa che non sembra: gli ultimi provvedimenti del governo, come il codice degli appalti, rappresentano un salto indietro preoccupante sotto il profilo della legalità, che inciderà negativamente sui diritti di chi lavora, sui salari, sull’applicazione dei contratti”.
“Come Peppino – prosegue Ridulfo – non siamo indifferenti e rassegnati alla politica della mafia e alla mafia della politica, di quella cattiva politica che ricicla condannati, corrotti e favoreggiatori. Noi come Peppino sappiamo da che parte stare, perché come Peppino sappiamo che in questa terra non ci sarà cambiamento senza una rivoluzione culturale e sociale e una partecipazione democratica attiva”.
“Peppino Impastato – aggiunge Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio e memoria storica della Cgil Palermo – è il simbolo della Sicilia che non si arrende alla mafia e alla corruzione, ma che si ribella, lotta, costruisce, anche nelle situazioni più difficili. Mamma Felicia ha contribuito a sfatare l’immagine della donna rassegnata e chiusa nel suo dolore, lottando a viso aperto e a voce alta per avere verità e giustizia sulla morte del figlio. Oggi ricorderemo insieme Peppino e Felicia, marciando insieme a loro per dire no alla mafia, non alla violenza mafiosa e fascista e ribadire il nostro forte no alla guerra”.