Roma – Nel decennale della sua scomparsa, Roma omaggia il grande pianista, compositore e direttore d’orchestra con la mostra “Armando Trovajoli. Una leggenda in musica”, dall’11 marzo al 14 maggio 2023 al Museo di Roma in Trastevere.
Riportiamo i saluti di Pippo Baudo, nel decennale della scomparsa del compositore Armando Trovajoli (2013 – 2023).
«Conobbi Armando Trovajoli tantissimi anni fa a Roma, dal nostro comune barbiere Amleto. Quando entrava il maestro, gli altri clienti tacevano: la sua aria austera incuteva rispetto e una certa soggezione. Ma quando avevi il privilegio di conoscerlo meglio e di parlare con lui, scoprivi che quel grande musicista acclamato in tutto il mondo era soltanto una persona estremamente riservata, addirittura timida. Diventammo amici e negli anni ho frequentato casa Trovajoli dove Armando e la moglie Mariapaola, innamoratissimi, accoglievano tutti gli ospiti con grande affetto.
Trojavoli è stato ed è tuttora un musicista straordinario. Sotto la sua direzione, la Rai ha avuto la migliore orchestra di tutti i tempi, introdotta come sigla da Stradivarius di Carlo Alberto Rossi. Un giorno del 2007, forte della nostra amicizia, ebbi l’ardire di invitare il maestro al Festival di Sanremo per ricevere il Premio alla Carriera. Era la dodicesima delle tredici edizioni del Festival da me condotte e, con mia grande meraviglia, Trovajoli accettò. Ma ad una condizione: non avrebbe suonato. Pippo Caruso preparò dunque una bellissima fantasia dei suoi brani più famosi e per fare le cose in grande prenotammo per Armando e Mariapaola la stessa suite dell’Hotel Royal, riempita di rose, dove la coppia aveva soggiornato anni prima. Sapevo che il maestro non avrebbe suonato ma, hai visto mai, decisi comunque di lasciare il pianoforte sul palco. E, colpo di scena, mentre il pubblico entusiasta gli tributava una lunga standing ovation, Armando mi domandò all’orecchio: “E che, non me lo fai suonare?”. Improvvisò dunque tra gli applausi Quattro palmi di terra in California, la canzone che il futuro Rodolfo Valentino intona prima di partire per l’America nel musical Ciao, Rudy, interpretato da Marcello Mastroianni. L’attore era stonato e Trovajoli aveva compiuto il miracolo – sì, proprio di un miracolo si trattò – di farlo cantare.
Ho dei ricordi indelebili di quello spettacolo. La sera della “prima” al Teatro Sistina, il 7 gennaio 1966, mentre tutti correvano a felicitarsi con Marcello, in sala arrivò Federico Fellini e domandò all’attore: “Per quanto tempo ancora dovrai fare questa cosa?”. Il regista voleva che Mastroianni si liberasse dal teatro per girare Il viaggio di G. Mastorna, il film che da tempo andava annunciando ma che non si sarebbe mai fatto.
Oggi che Roma lo celebra con una grande mostra, ci tengo a ribadire Trovajoli che è stato uno degli artisti italiani più geniali. Al pari di giganti come Cole Porter e George Gershwin, ha scritto una musica che risulta tuttora moderna ed è destinata ad essere eterna. Il suo brano Roma nun fa’ la stupida stasera non perderà mai fascino, verrà eseguito anche tra cento, duecento anni. E Trovajoli, il mio amico Trovajoli, sarà sempre più grande». Pippo Baudo.
Ph. Armando Trovajoli con Valerio Mastandrea Archivio Mariapaola Trovajoli
Giuseppe Longo