Palermo – Tragedia di Cutro: mobilitazione cittadina sabato a Palermo per chiedere di “Fermare la strage. Subito!” La manifestazione, si terrà a partire dalle ore 17 e fino alle 21 con concentramento davanti all’ingresso del Porto. Da lì partirà un corteo lungo via Crispi, piazza XII vittime, via Cavour, per arrivare a piazza Verdi. Portare un peluche.
La Cgil Palermo aderisce ed è co-organizzatore dell’iniziativa assieme a Forum antirazzista, AgisciPalermo onlus, Gambian association in Palermo, Ciss Ong, Salesiani Casa Santa Chiara Pa, Legambiente Sicilia, Mediterranea S.H. Palermo, Moltivolti, Officina del Popolo, Our Voice, Stra Vox. Hanno aderito finora altre 35 associazioni.
“La Cgil Palermo sostiene fortemente tutte le iniziative di mobilitazione per chiedere che tragedie come quelle di Cutro non debbano mai più ripetersi – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e la responsabile del coordinamento donne Cgil Palermo Enza Pisa – E’ necessario sensibilizzare le cittadine e i cittadini, ma soprattutto le istituzioni preposte a non girarsi dall’altra parte e a garantire i salvataggi e l’accoglienza di chi scappa dai luoghi di tortura e di guerra. Insieme a tutte le associazioni che hanno aderito a questa importante iniziativa, che si muoverà in corteo il prossimo 18 marzo, rivendichiamo il diritto e le tutele legate alla libertà di movimento dei popoli. E per questo vogliamo dei corridori umanitari strutturati, capillari e stabili. Chiediamo a gran voce che vengano eliminate e superate quelle normative che impediscono vie di accesso sicure e legali all’Europa. Vogliamo un’Italia e un’Europa dove la solidarietà e la giustizia tornino ad essere valori per cui le istituzioni si spendano”.
Queste alcune delle richieste che il cartello di associazioni farà alle istituzioni europee e agli Stati membri, in particolare al governo e al parlamento italiani: l’attivazione di un sistema europeo e/o nazionale di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, l’eliminazione delle asimmetrie nel diritto alla libertà di movimento delle persone, attraverso la predisposizione di vie di accesso legali all’Europa; l’istituzione di corridoi umanitari sicuri, l’attivazione dei visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, l’interruzione immediata delle violenze e violazioni/crimini di Stato che hanno luogo lungo i confini d’Europa, lo smantellamento degli accordi di collaborazione con Paesi terzi finalizzati a favorire il rimpatrio forzato (respingimento).