Strasburgo – Il meteo concede una tregua dalla siccità dell’ultimo periodo, ma l’europarlamentare Gianantonio Da Re avverte la Commissione: «La carenza idrica è diventata un’emergenza europea. È indispensabile adottare delle misure specifiche volte ad affrontare la sfida».
Con una interrogazione presentata alla Commissione, l’europarlamentare trevigiano della Lega e membro del gruppo Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re, ha voluto porre l’attenzione sul tema delle infrastrutture e dei sistemi idrici delle regioni in difficoltà, come il Veneto.
«Nel 2022 la siccità in Europa è stata la peggiore degli ultimi 500 anni – ha spiegato Da Re – . A dirlo sono l’ultima relazione del Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione, dal titolo “La siccità in Europa — agosto 2022“, e anche i dati elaborati dal programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, gestito dalla Commissione europea e dall’Agenzia spaziale europea».
«Sul Veneto, nel febbraio di quest’anno, sono mediamente caduti solo 3 millimetri di precipitazione, contro la media del periodo 1994-2022 che è di 60 millimetri – ha detto ancora l’europarlamentare – . Siamo di fronte a una grave carenza di precipitazione piovose, aggravata da una diminuzione di quelle nevose, in particolare sulle Dolomiti bellunesi, dove la penuria idrica dei laghi rischia di avere ripercussioni negative anche sulla stagione turistica estiva». «La carenza d’acqua per gli usi civili, per il settore agricolo ed industriale comporta inevitabili ripercussioni negative a livello economico, ambientale e sulla salute – ha chiuso Da Re – . Ecco perché ho chiesto alla Commissione quali strumenti finanziari specifici ed adeguati investimenti intenda adottare per rafforzare le infrastrutture e i sistemi idrici delle zone in difficoltà».