Palermo – A quasi un anno dall’avvio della ricognizione del personale precario da stabilizzare, l’Università non ha ancora reso noto ai sindacati l’esito della verifica. A scriverlo sono, in una lettera inviata al magnifico rettore Massimo Midiri, i segretari Flc Cgil Palermo Fabio Cirino e Cgil Palermo Mario Ridulfo.
La ricognizione è necessaria per l’assunzione, prevista l’articolo 20 del decreto Madia, del personale precario che da anni svolge funzioni essenziali all’interno dell’ateneo.
Flc e Cgil attendono una risposta. In caso contrario, chiederanno un nuovo incontro. “L’amministrazione non è ancora giunta ad alcuna determinazione in merito né ha ancora comunicato l’esito della ricognizione, indicando l’eventuale sussistenza delle condizioni previste a vario titolo per l’avvio delle procedure di stabilizzazione o di assunzione con contratti a tempo indeterminato”, dichiarano i segretari generali Fcl Cgil Palermo Cirino e Cgil Palermo Mario Ridulfo.
In seguito all’interrogazione presentata nella seduta del 5 ottobre dalla rappresentante Flc Cgil Palermo in senato accademico, e alla nota inviata il 7 gennaio da Flc Cgil, Uil e Gilda, le organizzazioni sindacali non hanno ancora ricevuto risposta.
“Informalmente sapevamo che si era in attesa di un parere del ministero della Funzione pubblica e di un parere legale interno, che avevano richiesto”, dicono Fabio Cirino e Mario Ridulfo.
“La Flc Cgil – proseguono i due segretari generali – ha sempre lottato con successo al fianco dei lavoratori precari ottenendo, negli scorsi anni, la stabilizzazione del personale anche in applicazione del comma 1 ex art.20 del decreto Madia. E ancora una volta il nostro sindacato torna a chiedere, con forza e determinazione, garanzie sul diritto a un lavoro stabile e sicuro per tutti i lavoratori precari, senza distinzioni, attraverso l’applicazione di tutti gli strumenti normativi disponibili. In tal senso, le aspettative dei lavoratori precari sono ampiamente confortate dal quadro normativo di riferimento, volto al superamento del precariato nella pubblica amministrazione”.
“Chiediamo quindi con urgenza – affermano Fabio Cirino e Mario Ridulfo – anche al fine di rendere trasparenti le procedure di stabilizzazione e di mettere i lavoratori precari nelle condizioni di conoscere le motivazioni di eventuali esclusioni, di essere informati in maniera puntuale sul parere espresso dal Ministero della Funzione Pubblica e sugli esiti della ricognizione effettuata da questa amministrazione sulle possibili stabilizzazioni dirette o per procedura concorsuale”.
“Chiediamo inoltre – proseguono Cirino e Ridulfo – l’approvazione da parte degli organi di Governo dell’Ateneo di un piano specifico per la stabilizzazione del personale precario che individui nel dettaglio la tipologia di personale che ne ha diritto, le modalità individuate per la stabilizzazione a breve e lungo termine, tenendo conto dei vari profili di personale interessato, titolari di contratti a tempo determinato, collaboratori, tecnologi, operai agricoli, dei punti organico e delle risorse finanziarie che si intendono impiegare”.