“Io penso positivo Diario di Bordo di una Pandemia” di Brigida Morsellino

Catania – Presentato “Io penso positivo Diario di Bordo di una Pandemia” presso la Pinacoteca del Museo Diocesano.

“Un diario professionale ed empatico di una dirigente e di una donna che si fa’ carico delle sue responsabilità, delle sue paure, della sua determinazione e delle sue fragilità per affrontare questa sfida con il coraggio di chi è abituato a combattere”. Queste le parole del regista Giovanni Anfuso che aprono la presentazione del libro “Io penso positivo Diario di Bordo di una Pandemia”, scritto da Brigida Morsellino.

Un’opera che custodisce le emozioni dell’autrice e, contemporaneamente, esprime personalità, appartenenza e forza. Un viaggio in una dimensione della nostra società e della stessa scuola devastata dal lockdown e da una pandemia che ci ha lasciati smarriti e sconcertati, facendoci pendere in poco tempo le certezze su cui avevamo costruito finora le nostre vite. Intermezzi Musicali affidati all’Ars Antiqua intervallati dalla lettura di alcuni brani del libro a opera di Davide Sbrogio e Anna Passanisi.

“Per la dimensione e l’immagine che quest’opera sa dare mi ricorda molto il “Piccolo Principe”- spiega la docente e scrittrice, Barbara Bellomo, che insieme al regista Anfuso hanno dialogato con l’autrice- “Io penso positivo Diario di Bordo di una Pandemia” unisce immagini, poesie e prosa in un unico testo. Nella lettera agli studenti Morsellino invita i ragazzi a non essere ubriachi di materia ma li esorta a lavorare sull’esperienza, la serenità e l’orgoglio”.

 Un messaggio molto importare in un libro che vuole essere, nello stesso momento, una dichiarazione d’amore alla Scuola e al Servizio. L’adattamento di confessioni e di sensazioni intime e profonde in un momento difficile come quello pandemico.

“Il Covid- spiega l’autrice Brigida Morsellino- ha saputo insegnarci tantissimo perché ci ha costretto a pensare. Restare bloccati fisicamente non ci ha impedito di vagare mentalmente, con un maggior lavoro del pensiero e della riflessione, accompagnati da questo senso di dolore che ci teneva tutti come corpi sospesi. Lo smarrimento ci ha fatto riflettere sui nostri limiti, sulle nostre mancanze e sulle nostre fragilità consentendoci di far uscire il meglio di noi in molte situazioni. Questo libro né è un esempio tangibile: un diario introspettivo personale e, allo stesso tempo, che riguarda gli altri”.

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