Pomodoro Pachino. Auteri: “un tavolo tecnico tra i produttori e gli Ad della grande distribuzione organizzata”

Palermo – Un tavolo tecnico tra i produttori e gli amministratori delegati della grande distribuzione organizzata, in cui trovare un accordo di massima oltre alla disponibilità da parte della Gdo di privilegiare l’acquisto del prodotto italiano. È quanto propone il deputato regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri, in aggiunta rispetto a quanto stabilito ieri durante l’incontro al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste al quale hanno partecipato i parlamentari Luca Cannata, Salvatore Sallemi e Salvatore Pogliese e le rappresentanze delle categorie del mondo agricolo del sud est siciliano e della fascia trasformata. Al centro dell’incontro le soluzioni proposte dal Masaf guidato dal ministro Francesco Lollobrigida consistenti nell’intensificazione dei controlli sulla qualità dei prodotti esteri immessi nel mercato italiano e sull’attivazione di canali diretti tra i produttori e la grande distribuzione e la considerazione in via prioritaria anche di questa filiera al momento dell’adozione dei prossimi provvedimenti di carattere generale a sostegno di tutto il comparto. Il deputato regionale di FdI quindi continua a lavorare in maniera sinergica con i colleghi a Roma e prova a entrare nel dettaglio della problematica del pomodoro Pachino. “Uno dei problemi più rilevanti nella grande distribuzione – spiega Auteri – è quello di acquistare pomodori all’estero con prezzi più convenienti rispetto alle piattaforme di confezionamento italiane, ma certamente meno controllati. In Italia, infatti, viene applicato un rigoroso disciplinare nell’utilizzo dei fitofarmaci per il  trattamento nelle colture, molto più rigoroso di molti altri Paesi europei (vedi la Spagna) o extraeuropei (vedi Marocco e Tunisia)”. La soluzione principale, in questo caso, vorrebbe dire intervenire in sede di parlamento europeo e con patti transnazionali, ma per Auteri esiste una possibilità per impedire il commercio di prodotti trattati con fitofarmaci vietati in Italia: “controlli a tappeto su tutti i prodotti non provenienti dall’Italia, acquisendo campioni per analisi residuali in laboratorio per eventuale tossicità nei confronti del consumatore e sequestro della merce con relative multe”.

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