Conclusa la prima Biennale dello Stretto

Reggio Calabria/Messina – Si è conclusa la I Biennale dello Stretto: Le tre linee d’acqua con ampio successo di pubblico e partecipazione da parte delle istituzioni. In 80 giorni, dal 30 settembre al 18 dicembre, oltre 10mila persone (con apertura il week end il giovedì mattina) hanno visitato la 1a Mostra Internazionale di Arte, Architettura, Paesaggio, Scrittura Video e Fotografia dello Stretto curata dall’architetto, Alfonso Femia e dalla professoressa Francesca Moraci. E ben 42 talk si sono svolti in 9 giorni, distribuiti tra Reggio Calabria, Campo Calabro e Messina, con 170 talker e 12 lecture. 

Indagando luoghi, architettura, arte, cultura materiale e immateriale, la scommessa vinta è stata quella di dimostrare che lo Stretto e il Mediterraneo sono attrattori e insieme propulsori di esperienze e innovazione e che, a pieno titolo, possiedono tutte le potenzialità di connessione e di sviluppo per il prossimo futuro. 

Ph_Stefano Anzini

Nel contesto della Biennale hanno, inoltre, trovato spazio tre premi istituiti dai curatori con l’obiettivo di mettere in evidenza il valore compositivo e comunicativo dei progetti, di individuare formule innovative dl pensiero e di suscitare il desiderio di alimentare il territorio dello Stretto con la cultura. Tra questi il Premio La Biennale dello Stretto, la cui assegnazione è avvenuta proprio nella sessione conclusiva al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, domenica 18 dicembre, è stato conferito a quattro architetti internazionali che si caratterizzano per una spiccata attitudine alla mediterraneità progettuale.

Queste le parole di Alfonso Femia e Francesca Moraci: “Con la Biennale dello Stretto qualcosa è successo, un capovolgimento di sguardi e prospettive, la rivelazione di potenzialità celate. Tra le tante parole dette e i ringraziamenti per l’impegno corale si è aggiunta la fiducia in un “altro futuro” che, partendo dallo Stretto, si dipana verso l’intorno mediterraneo. Lo Stretto magnete e attrattore nella memoria ritorna a essere fulcro geo-culturale in questo complicato tempo in cui persino la storia accelera”. 

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