La Cisl potenzia in provincia di Ragusa la tutela dei diritti per le fasce deboli

La segretaria generale Ust Carasi: “E’ una scommessa cruciale per il futuro”

Ragusa – “Sono state e saranno giornate campali per il sindacato. Lo sapevamo. E, purtroppo, sappiamo anche che il peggio non è passato. Che occorre continuare a presidiare, a fare sentire la nostra voce, favorendo, però, la scelta del dialogo. Perché la protesta tout court serve sino a un certo punto”. E’ quanto afferma la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, secondo cui la scommessa più importante da portare avanti in questa fase è quella di tutelare, anche nell’area iblea, i diritti delle fasce più deboli. “Rappresentare, ad esempio, i lavoratori atipici, somministrati e autonomi – sottolinea Carasi – significa presidiare l’avanguardia più esposta del mercato del lavoro, la più colpita dalle forze disgreganti dei cambiamenti, un settore che ha bisogno di tutele concrete ed immediate. Siamo convinti, e in questo sposiamo in maniera netta la linea del nostro segretario nazionale Luigi Sbarra, che, oggi più che mai, occorra sanare la ferita del lavoro considerato debole e precario che coinvolge, in provincia di Ragusa, migliaia di lavoratrici e lavoratori, soprattutto giovani, incastrati in forme surrogate di lavoro come tirocini extracurricolari, parasubordinati. La Cisl mira a una rete di tutele universali alla persona, in qualunque transizione, con nuovi diritti e responsabilità che assicuri a ognuno, a prescindere dal tipo di contratto, sostegno al reddito, formazione, accompagnamento nel mercato del lavoro. Non possiamo tornare a compiere passi indietro. Il tema delle tutele è prioritario. Ma tutto deve avvenire attraverso interlocuzioni mirate. Scendere in piazza per il solo piacere di fare sentire la nostra voce e, in alcuni casi, esacerbare gli animi, potrebbe non avere senso. Ecco perché scegliamo di adottare altre vie che ci consentono di intavolare trattative che riteniamo possano essere efficaci in quanto finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati. E’ chiaro che non abbiamo la soluzione in tasca. Ma ci batteremo sino a quando non arriveremo a risultati che possiamo considerare soddisfacenti. E’ questo il percorso che vogliamo attuare”.

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