Ragusa – Oggi si svolgerà presso la sala conferenze del libero consorzio comunale, ente partner del progetto “Fast – Fight Alien Species Transborder”, il workshop su “interventi di contenimento e eradicazione”.
Il workshop fa parte delle tante iniziative del programma di cooperazione “Interreg Italia-Malta” e del progetto “Fast” finanziato per contrastare la diffusione delle specie aliene invasive (IAS) che arrecano danni alla biodiversità della Sicilia e dell’arcipelago maltese. Il focus sarà proiettato sugli interventi di ripristino effettuati nelle aree protette individuate nel progetto Fast. Durante il workshop si parlerà anche dell’uso del drone per il monitoraggio ambientale e verrà fornita una panoramica del database delle specie aliene in fase di compilazione come risultato finale del progetto.
A partire dalle ore 9,30, sarà Oscar Lisi (UniCt) a moderare gli interventi di Giorgio Sabella, Sandra Biondolillo e Pietro Minissale (Università di Catania, Dipartimento Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali), David Mifsud e Arthur Lamoliere (Università di Malta), Immanuel Grima (Government of Malta), Gaetano Torrisi e Umberto Troja (Città Metropolitana di Catania), Maria Carolina Di Maio, Roberto Cundari, Giuseppe Alessandro e Rosario Mineo (Libero Consorzio Comunale di Ragusa).
Il progetto FAST vuole contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità mantenendo e ripristinando gli ecosistemi e le aree protette. In piena coerenza con la strategia europea per la tutela della biodiversità 2020 e 2030, il progetto si propone di contrastare l’introduzione, la naturalizzazione e la diffusione delle specie aliene invasive (IAS) che arrecano danno agli ambienti naturali e seminaturali della Sicilia e dell’arcipelago maltese tramite: 1) il loro riconoscimento e la loro classificazione in scale di priorità; 2) il loro contenimento e/o eradicazione all’interno di alcuni sti delle Rete Natura 2000; 3) l’individuazione e la gestione dei pathways e dei veicoli di introduzione e diffusione; 4) l’elaborazione di linee guida e adozione di buone pratiche, basandosi anche su 5) l’educazione e la comunicazione ambientale.