«Luoghi di lavoro che segnano l’abbandono produttivo e culturale della città. Occorre pretendere decoro per rendere attrattivo il territorio»
Messina – «La credibilità e l’attrattività di un territorio, di un’area artigianale o industriale, si costruiscono anche con il decoro, la pulizia, l’interesse delle istituzioni. Quello che registriamo da anni all’Irsap di Larderia è abbandono, menefreghismo, senso di trascuratezza. Perché un’azienda dovrebbe avere voglia di investirci capitale, mezzi, risorse umane?». Il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, già lo scorso ottobre aveva sollevato il disagio registrato tra i lavoratori e non solo che giornalmente sono costretti a vivere una situazione difficile all’interno delle aree artigianali di Messina e Milazzo-Giammoro.
«Un’area per larghi tratti lasciata all’incuria, con capannoni abbandonati e strade dissestate. Come sindacato – disse allora Alibrandi riferito a Giammoro – lo riteniamo una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori ed un grave handicap per un territorio che vuole attrarre investimenti e nuovi insediamenti industriali e produttivi. E l’incuria e l’abbandono creano anche pericoli e mancanza di sicurezza».
Nel mirino della Cisl c’è l’attività della Regione. «L’Assessorato regionale – afferma Alibrandi – apra una riflessione seria sulla riforma strutturale del sistema. Non è possibile che la Regione scarichi i costi di gestione sui comuni, l’Irsap non può defilarsi. Occorrerebbe un serio ragionamento ed una reale valutazione della situazione attuale delle aree industriali anche alla luce degli importanti investimenti che potrebbero prospettarsi grazie ai fondi del Pnrr e della transizione energetica ed industriale».
L’attenzione della Cisl, però, è anche per l’area Asi di Larderia. In un tour esplorativo effettuato nei mesi scorsi dal segretario generale Antonino Alibrandi, è stato di tutta evidenza il degrado che si registra. «Sono le immagini (in calce il link) a documentarle – spiega Alibrandi – dai rifiuti, anche speciali, ai cartelli delle indicazioni non visibili per la vegetazione non curata. ma quello che mi domando è come si possa pensare che qualcuno investa qui. Occorre un pressing forte da parte delle istituzioni affinché quest’area, e quella di Milazzo-Giammoro, siano messe a sistema ed a servizio del territorio. A Giammoro, ad esempio, il nuovo pontile è una cattedrale nel deserto senza quelle necessarie interconnesioni viarie e ferroviarie. Così rischia di non avere una piena funzionalità».
La Regione e l’Irsap hanno una pesante responsabilità. Pensate ad un’area curata, con il verde gestito in maniera professionale, ad aree che possano dare alle aziende il piacere di ricevere ospiti o investitori. Ai lavoratori la possibilità di un ambiente di lavoro non lasciato nell’abbandono. E la possibilità, anche e soprattutto, di creare nuova occupazione: dai punti di ristoro adesso inesistenti, ai giardinieri che tengano in ordine il verde. Sono soltanto due esempi – continua Alibrandi – ma penso che possa rendere l’idea di come occorre investire per rendere attrattivo un territorio. Ed è fondamentale che tutti noi, dalle istituzioni ai sindacati di categoria, pretendiamo decoro e dignità per i luoghi di lavoro».
Ma non sono solo Messina e Giammoro le aree artigianali in provincia di Messina. «Sono undici in totale sotto la gestione dell’Irsap, alcune addirittura perimetrate senza che ci sa nulla dentro – dice Alibrandi – bisogna ragione in termini di infrastrutturazione per collegarle alle vie ferroviarie e viarie per connetterle direttamente ed evitare commistioni con la mobilità urbana dei centri cittadini. A Patti, ancora, le aziende che insistono nell’area artigianale sono isolate da tutto il resto del contesto produttivo e della mobilità».