Lucca – Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende segnalare quanto sta accadendo in merito certe interpretazioni da parte di alcuni tribunali in materia di mobilità; in particolare, si fa riferimento al riconoscimento della legge 104/92, attribuita a parenti e affini fino al secondo grado e non contemplata quale priorità nella domanda relativa ai trasferimenti interprovinciali.
Tendenzialmente nel Nord e Centro Italia i tribunali si dichiarano sfavorevoli al riconoscimento di tale prerogativa in funzione del ricongiungimento del docente interessato al familiare fragile; di parere contrario le sentenze emesse da alcuni tribunali del Sud. In linea di massima al Sud considerano la legge 104/92 gerarchicamente di grado superiore rispetto al CCNL della Mobilità e, per tal motivo, la reputano ammissibile.
In funzione di tale ragionamento i legali del CNDDU, avendo fatto richiesta di accesso agli atti in alcuni Ambiti territoriali scolastici, hanno potuto riscontrare quanto evidenziato e cioè che docenti di ruolo, con pochi anni di servizio e senza requisiti particolari, benché l’area di riferimento fosse anche in soprannumero, sono rimasti nella propria sede a lavorare a pochi metri dalla propria abitazione, determinando una forte discriminazione rispetto a chi vanta maggiori titoli ma non ha fatto ricorso, procedimento che, ricordiamo, comporta un costo non indifferente.
Il CNDDU invita il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a far monitorare tali situazioni e a intervenire urgentemente per garantire ai docenti discriminati una giusta rivalutazione del proprio caso. Nell’eventualità in cui esistessero posti disponibili, tale prerogativa dovrebbe essere attribuita ai docenti di ruolo primi in graduatoria in maniera tale da tutelare quanti sono già stati fuorisede da moltissimi anni.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU