“A Palermo c’è un problema di qualità del lavoro. Il tema della sicurezza considerato solo un costo. A disposizione degli operai le nostre strutture”.
Palermo – Cgil Palermo e Flai Cgil Palermo e Sicilia intervengono sull’ennesimo incidente grave sul lavoro che ha coinvolto cinque operai nel biscottificio Frolsi di Palermo, impegnati nel collaudo dei nuovi forni, ed esprimono la solidarietà agli operai coinvolti e alle loro famiglie.
“Purtroppo la lunga scia di incidenti gravi sul lavoro continua e siamo qui ancora una volta a commentare l’ennesimo infortunio – dichiarano il segretario generale Flai Cgil Palermo Dario Fazzese e il segretario generale Flai Cgil Sicilia Tonino Russo – Ovviamente dovremo aspettare di conoscere meglio le cause dell’incidente, sul quale stanno indagando gli inquirenti, ma questo episodio si aggiunge al già triste elenco dei lavoratori coinvolti in incidenti di questo tipo, spesso mortali, che vede nel nostro Paese una media davvero preoccupante di casi”.
“Troppo spesso – aggiungono Fazzese e Russo – il tema della sicurezza viene considerato solo un costo e soprattutto in una fase che vede l’aumento generalizzato della spesa, diventa indispensabile vigilare di più attraverso gli organismi preposti ma anche con il contributo centrale che può venire dagli Rls, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Agli operai coinvolti e alle loro famiglie, oltre alla nostra solidarietà, mettiamo a disposizione le nostre strutture per assisterli concretamente e se necessario anche legalmente, in questo momento così delicato”.
A Palermo esiste un problema di qualità e quantità di lavoro: lo dimostrano anni di dati impietosi sul lavoro sommerso, irregolare, fragile, grigio e nero. “Palermo, con i suoi 7 morti sul lavoro registrati al settembre del 2022 è al 59° posto tra le città italiane ma ha un’incidenza di infortuni mortali del 22 per cento sul numero degli occupati (318,673). Un’incidenza che è ben più alta di città come Roma, che è al 19,7 Milano che è al 18, 6 e di una città industriale come Bologna la cui incidenza di infortuni è del 15,1 per cento – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Quando una persona è costretta ad accettare il rischio di farsi male o addirittura di morire di lavoro significa che né il lavoro né la vita è protetta e la sfiducia verso la società e lo Stato, che ne deriva, è un innegabile regalo alle mafie”.
“Siamo abituati a leggere i dati degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, soprattutto partendo dai dati dei tre settori, diciamo tradizionali, ovvero: agricoltura, dove gli infortuni non vengono nemmeno denunciati, costruzioni, industria. Ma c’è un altro settore da segnalare – aggiunge Ridulfo – in cui il dato è da tempo in forte ascesa, ed è quello degli infortuni nel settore della sanità e della assistenza sociale. A Palermo, gli infortuni in questo settore nel 2021 sono stati oltre 1. 294, di cui 3 infortuni mortali sui 13 del 2021 in provincia di Palermo. Un dato che fa riflettere sul fatto che il lavoro di cura è un lavoro usurante e determina addirittura per alcune categorie di lavoratori come le badanti una aspettativa media di vita più bassa”.
La Cgil Palermo torna a chiedere il potenziamento dei servizi ispettivi della Regione: “Lo chiediamo da anni, viene da pensare che questa situazione è tollerata preferendo lasciare mano libera al ‘mercato’, per il quale in fondo, è un costo sociale sopportabile”.