in occasione dei suoi 70 anni – Dal 12 ottobre al 13 novembre
Roma – 70volteRober70. Dal 12 ottobre al 13 novembre, la Casa del Cinema festeggia i 70 anni di Roberto Benigni con una mostra fotografica a lui dedicata. Il 27 ottobre, giorno del compleanno, speciale proiezione del film La tigre e la neve.
«Il prossimo 27 ottobre l’eterno fanciullo del cinema italiano Roberto Benigni compirà 70 anni e la Casa del Cinema, per rendere omaggio ad uno dei più istrionici artisti del nostro panorama culturale, ne celebrerà il talento e la carriera ospitando dal 12 ottobre al 13 novembre la mostra fotografica 70volteRober70, una retrospettiva monografica con inedite immagini scattate nel corso degli anni dal fotografo di scena Mimmo Cattarinich. Un insieme di istantanee della lunga vita cinematografica di Benigni provenienti dal prezioso archivio dell’Associazione Culturale Mimmo Cattarinich, curatrice dell’evento, e presto destinate a catturare l’attenzione del pubblico della Casa del Cinema di Villa Borghese.
La mostra nasce da un’idea di Maurizio Presutti, nipote del fotografo, e dei membri dell’Associazione Culturale istituita all’indomani della scomparsa dell’artista dal figlio Armando Cattarinich, dalla moglie Rosalba Presutti e dai nipoti Daniele Presutti e lo stesso Maurizio. Grazie al loro sapiente e certosino lavoro di ricerca, restauro e recupero si è riportato alla luce tutto il prezioso materiale lasciato in eredità dal compianto fotografo, deceduto nell’agosto 2017 a Roma.
Saranno 160 le immagini selezionate tra le centinaia che Cattarinich scattò a Benigni sui set e in molte altre successive opportunità in cui l’attore e regista fece visita al fotografo romano nel suo studio di via Lazio a Roma, a pochi passi dalla Casa del Cinema. Ci saranno le gigantografie di foto scattate nel ’95 per la promozione della tourneè di Tuttobenigni, i ritratti per la foto segnaletica de Il Mostro, incluso il manifesto originale, oltre a uno dei primi servizi fotografici fatti a Benigni da Mimmo nel 1993 per la rivista Max, replicato poi per il mensile Ciak e per molte altre riviste del settore. In una sala saranno predominanti le fotografie di scena originali realizzate durante le riprese de La voce della Luna di Federico Fellini nel 1990 e de Il Mostro nel 1994 mentre uno spazio importante sarà riservato alle nuove elaborazioni digitali realizzate da Armando Cattarinich, visibili tutte attraverso uno schermo ad eccezione di una immagine stampata su tela.
Sarà, quindi, un racconto immersivo articolato lungo un periodo di circa 15 anni e che, oltre a mettere in risalto la maestria di Cattarinich nel catturare fotografie di scena ci restituisce anche il suo enorme talento di ritrattista a tutto tondo, fondato sul legame indissolubile tra la tecnica e una rara sensibilità di dinamico realizzatore di espressioni e gestualità immortali. Ciò che ne esce è un’attenta e lucida testimonianza della genialità clownesca del maestro toscano, un doveroso e riconoscente omaggio al Benigni più sognatore, estroso e debordante, al contempo pagliaccio e marionetta, a volte stralunato davanti all’obbiettivo e altre spinto dalla consueta attitudine giullaresca.
Le celebrazioni avranno il loro culmine il 27 ottobre prossimo, nel giorno del compleanno di Benigni, con una proiezione speciale, alle ore 16, del film La tigre e la neve, gentilmente concesso dalla Melampo Cinematografica, la società di produzione fondata dallo stesso Benigni e da Nicoletta Braschi. Ad oggi La tigre e la neve è l’ultimo film diretto dal regista toscano e, allo stesso tempo, l’ultima opera sceneggiata insieme al maestro Vincenzo Cerami, prima della sua scomparsa avvenuta nel 2013.
Le iniziative sono promosse da Roma Culture e fanno parte del programma di Estate Romana 2022».
Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni, 1 – Roma
«Mimmo Cattarinich, romano di antiche origini dalmate, nasce a Roma nel 1937 e qui trascorre la sua vita fino alla scomparsa nel 2017. Per quasi 60 anni ha lavorato nel suo studio che si affacciava su Largo Federico Fellini, in cima a Via Veneto, spaziando dal cinema a reportages, ritratti glamour e molta pubblicità. Fu uno dei capifila storici della fotografia italiana, nonostante la sua notorietà si debba ai lavori svolti sui set cinematografici più prestigiosi, egli stesso precisava di non sentirsi uno ‘specialista’ ma un fotografo tout court. Chi lo conosceva sapeva che l’autocritica totalmente scevra da recriminazioni era una caratteristica della sua personalità, della serietà professionale con cui affrontava e risolveva gli incarichi che gli venivano offerti. La sua affidabilità e il suo rigore nel lavoro gli permisero di avere molteplici occasioni ai più alti livelli e nei più variegati settori della fotografia, permettendogli di costruire una prestigiosa carriera. La sua storia di fotografo cominciò a metà degli anni Cinquanta negli studi di De Laurentiis.
A diciassette anni interruppe gli studi di ragioneria per seguire da vicino il grande mito del Cinema. Iniziò a lavorare come assistente di camera oscura e successivamente come fotografo di scena con diversi registi come Mario Bava, Alessandro Blasetti, Mauro Bolognini, Dino Risi, Luciano Salce, Carlo Lizzani, Giuseppe Patroni Griffi, per arrivare poi sui set di Federico Fellini, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Hugh Hudson, Paul Mazursky, Peter Yates, Pedro Almodovar, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Roberto Benigni e altri ancora. Per anni alternò la sua attività di fotografo di scena al ritratto per riviste nazionali ed estere di alto profilo, fotografando star internazionali del calibro di Maria Callas, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Peppino De Filippo, Totò, Vittorio De Sica, Alain Delon, Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Henry Fonda, Isabelle Huppert, Faye Dunaway, Rutger Hauer, Mickey Rourke, Brian De Palma, Antonio Banderas, Javier Bardem, Penelope Cruz, Rupert Everett, Steven Seagal e tanti altri, alternandoli a personalità di spicco del mondo della politica, della cultura e dello sport.
Il suo curriculum ci racconta anche di esperienze di regia delle quali non aveva ricordi felici a causa di problemi che gli impedirono di realizzare i suoi progetti come avrebbe voluto; quindi, preferì tornare alla sua vecchia passione, la fotografia. Ma gli insegnamenti tratti dalla regia, dai Maestri con i quali lavorò, vennero applicati nelle storie pensate e da lui realizzate per immagini, scatto dopo scatto. Il Cinema restò per lui il grande amore, gli aveva insegnato il senso della coralità, del sacrificio di gruppo e l’importanza per l’organizzazione, non avendo mai inteso il suo lavoro come un progetto da perseguire con metodo scientifico per un’ambizione personale, bensì come intermediazione tra sé e l’avventura, i viaggi e l’amore per le cose. Nel corso degli anni, Mimmo lavorò per il giornalismo, la pubblicità, la moda e poi ancora per il cinema, seguendo e realizzando progetti che lo portarono ovunque fosse richiesta la sua abilità: Milano, Madrid, Barcellona, Parigi, Londra, Amsterdam, Stoccolma, Mosca, New York e Los Angeles, ma anche Argentina, Amazzonia, Maldive e molto spesso in Africa, fotografando sempre come freelance per le riviste e i giornali più letti e diffusi d’Italia e del resto d’Europa».
Info:
Casa del Cinema. Spazio culturale di Roma Capitale. Gestione Zètema Progetto Cultura. Direzione Giorgio Gosetti, in collaborazione con Rai; Rai Cinema 01 distribution; Cinecittà.
Info:
Telefono: 060608
Web:
Ingresso Gratuito
Giuseppe Longo