Palermo – Appuntamento oggi alle ore 17:30, all’Officina del popolo, in via Giacomo del Duca 4, per parlare di lavoro, DDL sul salario minimo, DDL anti delocalizzazioni e sicurezza nei posti di lavoro.
Saranno presenti Marco Militello, sportello contro lo sfruttamento Potere al Popolo! Palermo, Marzia Pirone, Telefono Rosso Potere al popolo!, Simona Suriano, Marcello Bartolotta e Maria Grazia Carini, candidati di Unione Popolare.
«L’Italia è l’unico paese in Europa in cui, dal 1990, i salari sono diminuiti – dichiara Marco Militello – Negli ultimi 30 anni i lavoratori e le lavoratrici povere sono passati dal 26 al 33%. In inglese si chiamano “working poor”: gente che resta povera anche se lavora.
Questi dati, già sufficienti per bocciare la classe politica italiana, trovano i numeri più tragici nella nostra Sicilia e in tutto il meridione.
Oggi ricevere proposte di lavoro a 2€, 3,50€, 4€ all’ora purtroppo è la normalità, al punto che non è difficile trovare annunci di questo tipo online o nelle bacheche dei negozi. Per questo abbiamo deciso di aprire lo sportello contro lo sfruttamento anche a Palermo, supportati dal Telefono Rosso di Potere al Popolo!»
«Lavorare per restare sulla soglia di povertà è la condanna per chi decide di restare in un territorio che ormai sembra non avere più nulla da offrire – dichiara Marcello Bartolotta – La disoccupazione giovanile (15-29 anni) in Sicilia tocca circa il 40%, mentre la media europea è del 7%. Questo porta a un’emigrazione giovanile elevatissima in Sicilia, con circa 10.400 siciliani che abbandonano la propria regione per cercare condizioni di lavoro migliori. Basti pensare che nell’ultimo decennio sono 220.000 le persone che hanno abbandonato la Sicilia. Si tratta di numeri terrificanti, che vanno totalmente ribaltati».
«Gli stipendi non sono aumentati dal 1990 – dichiara Maria Grazia Carini – e anche quando, in un determinato settore, fossero cresciuti comunque non bastano per il fabbisogno quotidiano».
«Negli ultimi 5 anni in Italia oltre 4 mila lavoratrici e lavoratori sono morti sui luoghi di lavoro – dichiara Simona Suriano – quasi 4 milioni hanno riportato gravi ferite, traumi e danni di varia natura, a causa, in particolar modo, di tagli, schiacciamenti, urti, cadute dall’alto; circa 300 mila hanno subìto un danno permanente; oltre 300 mila si sono ammalati perché esposti ad agenti inquinanti ed a ritmi di lavoro usuranti. A fronte di questi numeri impressionanti le pene comminate ai responsabili per la mancata osservanza delle disposizioni normative in materia di prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro sono molto tenui e di scarsa rilevanza».