Per Mario Calì è motivato l’allarme dei socialdemocratici tedeschi sulla destra post-fascista
Roma – Nicola Cariglia, da oltre un decennio presidente della Fondazione Turati ed in precedenza direttore della sede RAI della Toscana, è venuto a mancare improvvisamente. Tra i suoi incarichi politici è importante ricordare quello di vicesindaco della città di Firenze negli anni ’80 sotto il simbolo del PSDI, il Partito Socialdemocratico di cui il fratello maggiore, Antonio Cariglia, in quegli stessi anni fu prima segretario nazionale e poi presidente onorario fino alla morte.
«Le riflessioni di Nicola Cariglia, improntante ad uno stile laico e libertario – ricorda Mario Calì, Presidente Nazionale del P.S.D.I. – rappresentavano sempre un punto di vista considerevole per le prospettive del socialismo democratico italiano e non solo. La sua improvvisa scomparsa addolora tutta la comunità idealmente legata al PSDI. Dispiace davvero non essere riusciti ad averlo tra i relatori del convegno istituzionale in ricordo del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, figura istituzionale a noi cara. Il suo pensiero rimarrà patrimonio comune di tutti i riformisti».
Uno stile, quello di Nicola Cariglia, che naturalmente nulla aveva a che vedere con i piccoli personaggi che oggi invece affollano la corsa per conquistarsi, in piena condotta coloniale, un posto al sole alla Camera dei Deputati. Come nel caso di Calogero Pisano, autodefinitosi camerata ed estimatore del Führer del reich tedesco, adesso segretario provinciale di Fratelli d’Italia ad Agrigento e candidato per un collegio uninominale in Sicilia con buone possibilità di essere eletto.
«E’ inammissibile che un ammiratore di Hitler possa entrare in Parlamento. Fratelli d’Italia ha un gravissimo problema con la propria classe dirigente – chiosa Mario Calì – e questa volta Giorgia Meloni non può limitarsi ad una tardiva presa di distanza. Ha l’obbligo morale di condannare, esplicitamente, fatti e protagonisti del fascismo, del franchismo e del nazismo, tenendo finalmente fuori dal partito e da tutte le istituzioni personaggi che inneggiano a quel passato criminale».
Una preoccupazione, quella per la classe dirigente post-fascista della destra, che è stata al centro delle recenti visite a Berlino avviate alla fine agosto proprio dal Presidente Nazionale, Mario Calì, e proseguite poi da Enrico Letta insieme al cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz.
La costante ricerca del dialogo con i partner progressisti europei rappresenta per il centrosinistra e per il PSDI, presente con propri candidati alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica con la lista comune di Impegno Civico, un solido ancoraggio alla tradizione riformista. Per i socialdemocratici il voto al “Sole Nascente” simboleggia la transizione ecologica, i diritti civili e la giustizia sociale.
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