Palermo – Ormai da qualche mese, sempre più, assistiamo, nei vari TG e trasmissioni di approfondimento, a dibattiti su dibattiti che disquisiscono sul caro bolletta.
L’aumento del costo dell’elettricità ormai corre più veloce della luce, il gas sta subendo aumenti così prorompenti che tra non molto, di questo passo, i distributori di bombole gireranno scortati.
Ma la cosa che inizia veramente a preoccuparci come organizzazione sindacale, dichiara il Segretario Sinalp Sicilia Andrea Monteleone, è la continua, seria, circostanziata e reale minaccia da parte delle imprese, che sono sicuramente vessate da questa pazzia di rincari, di chiudere e licenziare il personale.
Noi non riusciamo più a capire se la nostra classe politica riesca a percepire realmente quanto sta succedendo.
Non sappiamo se questa classe politica si rende conto che se non si trova immediatamente un rimedio concreto e reale a quanto sta avvenendo il nostro tessuto imprenditoriale e quindi anche occupazionale verrà definitivamente distrutto.
Già il 30% delle imprese siciliane dichiarano che se entro ottobre 2022 non si ritornerà a costi energetici sostenibili e “normali” chiuderanno e licenzieranno i propri dipendenti.
Su dati ISTAT questo 30% corrisponde quindi a 89mila imprese che chiuderanno i battenti, e saranno fagocitati da questa distruzione del tessuto imprenditoriale siciliano ben 249mila lavoratori che si ritroveranno disoccupati e con loro le loro famiglie.
Riformuliamo la domanda: ma questa classe politica si rende conto di cosa sta succedendo in Italia ed ancora peggio in Sicilia? Visto tra l’altro che i vari schieramenti politici nazionali, non curanti di tutto ciò, impongono e catapultano candidati per il Parlamento Nazionale che nulla hanno a che vedere con la Sicilia, e che nulla conoscono di questa terra e dei suoi abitanti?
Diversi economisti, anche di estrazione culturale contrapposta, concordano che il problema della guerra Russo/Ucraina incide solo in parte, mentre il grosso del problema è dovuto alla speculazione in atto alla Borsa Merci di Amsterdam.
Purtroppo quando il sistema dei rapporti economici e degli scambi commerciali tra Stati viene gestito da organismi terzi come le Borse Valori e le Borse Merci, i fruitori perdono il potere contrattuale e si ritrovano a dover sottostare ai meccanismi speculativi che vengono esaltati negli scambi all’interno di questi enti.
A questo punto, se veramente la nostra classe politica ha gli attributi e l’autorità internazionale della quale sempre si vanta, bisogna ritornare agli scambi commerciali diretti con gli altri Stati possessori di materie prime per noi necessarie, bypassando le spinte speculazionistiche che inevitabilmente gli scambi borsistici creano.
Tornare al classico ed intramontabile “buy and pay” senza dover sottostare alla speculazione borsistica più spinta creata artificialmente a danno dei popoli, diventa necessario ed improrogabile per la salvezza dell’Italia.
Come Sinalp invitiamo i vari leader dei partiti che compongono il Parlamento ad abbandonare le scelte imposte da questa Europa delle multinazionali e delle banche che vive di speculazioni borsistiche e di ritornare alla vecchia politica estera dei rapporti commerciali diretti tra le Nazioni.
Oggi la nostra classe politica si sta comportando come i passeggeri del Titanic, speriamo che almeno questa volta non affondi, visto che il titanic è l’Italia.