Il direttore d’orchestra catanese, attuale Sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, ha diretto l’orchestra Città di Ferrara nella messinscena dell’opera verdiana rappresentata il 19 agosto al Teatro Antico per il Sicilia Classica Festival. Una direzione la sua poetica, passionale, empatica e carismatica
Catania – Riecheggiano ancora le celebri arie de “La Traviata” di Giuseppe Verdi, andata in scena venerdì 19 agosto al Teatro Antico di Taormina. E riecheggiano i lunghi applausi che il folto pubblico – tremila persone circa – accorso sugli storici spalti del teatro taorminese ha riservato a tutti e tre gli atti, fino alla trionfante chiamata finale alla ribalta, della messinscena curata dal regista Salvo Dolce per il Sicilia Classica Festival. Ed è molto soddisfatto, quindi, il Maestro catanese Francesco Di Mauro, attuale Sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, perno di questa “Traviata”, chiamato, in nome di una carriera artistica importante, dal direttore del Festival Nuccio Anselmo come guest conductor dell’Orchestra Città di Ferrara. Direttore e orchestra anime musicali di questa “Traviata” dalle grandi attese che hanno affiancato un cast canoro di rilievo internazionale. Attese ben ripagate dall’attenzione e dal calore del folto pubblico, dove la componente dei turisti internazionali amanti del Belcanto è stata ben presente. La direzione d’orchestra del Maestro Di Mauro è stata poetica, passionale, empatica e carismatica, e soprattutto molto “cantabile” come il capolavoro verdiano richiede. Una direzione molto attenta e capace di portare tutto l’insieme verso gli obiettivi prefissati.
Quello fra l’opera e il Teatro antico di Taormina è un connubio che funziona aveva sottolineato Di Mauro nei giorni precedenti la messinscena, concetto confermato a luci della ribalta spente: «Un grande successo intanto di pubblico ma anche un successo qualitativo – commenta di Mauro -. E’ stato realizzato un ottimo lavoro di squadra, si sono raggiunti momenti di grande livello artistico grazie intanto alla presenza di due interpreti vocali di grande spessore come il soprano Desirée Rancatore nel ruolo di Violetta e il tenore Alessandro Scotto Di Luzio nel ruolo di Alfredo che hanno condiviso la visione che ho di quest’opera, ovvero l’esaltazione del personaggio di Violetta come una sorta di eroina che si emancipa da quell’immagine negativa che la gente aveva di lei. La cosa bella è che il teatro di Taormina offre una bellissima proiezione per le voci che riescono a viaggiare con grande facilità».
L’Orchestra Città di Ferrara, diretta dalla bacchetta di Di Mauro, è stata protagonista di una grande performance musicale. Di Mauro: «L’Orchestra è stata attenta e puntuale nei momenti in cui doveva esserlo. La scenografia, seppur minimale come il Teatro di Taormina richiede, ha sortito un buon effetto grazie anche alla commistione con le luci che ha giovato parecchio».
Di Mauro nel giro di questa estate sta per compiere un viaggio tra quattro giganti dell’Opera italiana, dal Puccini epico di “Butterfly” andato in scena a giugno a Riga, in Lettonia, al Mascagni quasi “inedito” di “Pinotta” a luglio a Livorno, al Verdi romantico di “Traviata” a Taormina, passando il 16 settembre con il Leoncavallo verista di “Pagliacci” al Capri Opera Festival, per poi tornare a Puccini per il dramma musicale “Tosca” in calendario a ottobre a Tblisi, in Georgia. «Un bel viaggio in musica – sottolinea il Maestro Di Mauro -. Per temperamento, e per la mia sicilianità, sento gli autori del verismo come Mascagni e Leoncavallo più vicini a me. La romantica “Traviata” di Verdi concilia passionalità e razionalità mentre, nota per nota, battuta per battuta, Puccini sottolinea l’aspetto della passionalità e dell’emozione. Passione ed emozione che sono comunque il leit motiv che accompagna questo mio viaggio che tocca periodi e compositori diversi».
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