Messina – Prosegue senza sosta l’attività di contrasto all’illecita gestione dei rifiuti ad opera di soggetti non autorizzati e di controllo delle emissioni sonore dei locali commerciali da parte del Corpo di Polizia Municipale. Il reparto di Polizia Ambientale, alla guida del Commissario Giovanni Giardina, vicario del Comandante e dei coordinatori ispettori Cosimo Peditto e Giacomo Visalli, ha chiuso il cerchio su un’indagine avviata nel 2021 che aveva consentito di accertare le responsabilità di una nota azienda messinese operante in città nell’ambito del ciclo dei rifiuti. A completamento delle indagini la Procura di Messina ha disposto il sequestro di due aree, cinque autocarri e due mezzi d’opera, tutti utilizzati per tale attività; 40.000 mq di territorio cittadino, ove sono stati conferiti rifiuti da demolizione in assenza di alcun titolo, camuffandoli da “materiale riciclato”. Acquistati i terreni e depositati due progetti di riqualificazione agricola, sono stati conferiti rifiuti oltremisura tanto da creare una discarica abusiva senza precedenti mentre nessuna traccia delle specie arboree da piantumare.
In un altro caso è stato accertato, mediante la videosorveglianza privata, l’abbandono e la combustione, nei primi giorni di luglio, nell’arenile adiacente la rada San Francesco, di rifiuti ad opera di un soggetto dedito a tale attività; le indagini avviate dagli agenti hanno poi permesso di individuare il luogo, dove il soggetto operava ed il cospicuo giro d’affari che lo stesso aveva organizzato. Dai rifiuti, primariamente rottami ferrosi, che lo stesso gestiva con più autocarri alla gestione di un locale commerciale con tanto di somministrazione di alimenti e bevande oltre prodotti per la casa, il tutto senza alcuna autorizzazione e mediante un manufatto abusivamente realizzato a servizio di un complesso di edilizia popolare della zona nord della città. A contribuire al degrado della località vi erano altri due soggetti, anch’essi operanti nell’ambito del ciclo abusivo dei rifiuti. Dai rottami ferrosi, spesso costituiti da RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), che venivano smantellati sul posto in dispregio alle normative in vigore con grave danno alle persone ed all’ambiente per via dei gas sprigionati nell’atmosfera, i soggetti hanno tratto profitto, separando le parti in materiale prezioso per poi rivenderlo altrove. La parte rimanente veniva smaltita mediante combustione, come accertato nei primi giorni di luglio. L’attività si è conclusa con il sequestro di cinque autocarri, del manufatto abusivo e il deferimento all’A.G. del responsabile. Nell’immediatezza il soggetto è stata posto in arresto dagli agenti operanti per aggressione e sottoposto al rito della direttissima il giorno successivo a seguito della convalida dell’arresto.
Un’altra attività investigativa ha permesso di individuare i responsabili di un’illecita gestione ai danni del Comune, accertando il conferimento di scarifica stradale proveniente da un appalto pubblico in un’area privata piuttosto che in discarica, come da capitolato. L’indagine è nata dall’attività di controllo del territorio che ha poi portato gli uomini della Polizia Ambientale a rintracciare i responsabili dell’impresa appaltatrice che ha smaltito circa 60,00 mc di rifiuti, trattandoli come materiale da spargere in un parcheggio come piano di calpestio. Deferite due persone all’A.G., sono stati posti sotto sequestro i cumuli di fresato d’asfalto in attesa della bonifica ad opera dei responsabili, dopo che la Procura avrà sciolto il vincolo ed autorizzato l’iter per lo smaltimento.
Nella zona sud della città è stato individuato il responsabile di un’occupazione abusiva di area demaniale mediante abbandono di un box utilizzato parecchi anni fa come locale WC di un lido balneare. Anche in questo caso il manufatto verrà rimosso ad opera del soggetto denunciato.
Sempre in zona sud un uomo è stato colto in flagranza mentre smaltiva, mediante combustione, i rifiuti prodotti dalla ditta per la quale lavorava. La coltre di fumo nero, sprigionata dai materiali plastici, ha attirato l’attenzione degli agenti che alle 6 del mattino sono intervenuti, ponendo sotto sequestro l’area e denunciando l’operaio ed il titolare della ditta.
Due soggetti sono stati deferiti per violazione degli obblighi di custodia giudiziaria; sono stati infatti accertati a carico degli stessi la violazione e la sottrazione di beni sottoposti a sequestro. Per i due è scattata la denuncia.
Proseguono senza sosta anche i controlli sulle immissioni sonore da parte di locali commerciali con accertamenti congiunti con personale tecnico di ARPA Sicilia; denunciate due persone titolari delle attività e verbalizzate ai sensi dell’art. 10 della legge 447/95 per una sanzione di circa 2.000 euro. L’attività prosegue nelle ore serali su tutta la città.
Demolito il chiosco di via Palermo, lo stesso, incendiato anni fa, era stato oggetto di ordinanze sindacali mai eseguite dall’ex gestore e titolare delle autorizzazioni fino alla scorsa settimana, quando la Messinaservizi Bene Comune, in accordo con il Comune di Messina, ha provveduto alla completa demolizione ed allo smaltimento dei detriti.
Soddisfazione espressa dal Comandante del Corpo Stefano Blasco per le attività svolte dal reparto nel mese di luglio; lo stesso ha seguito personalmente le attività, presenziando sui luoghi e coordinando gli agenti.