Palermo – La Cgil Palermo, per la giornata di oggi dei trent’anni dalla strage di via D’Amelio, ricorda il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“E’ incredibile che dopo trent’anni la ricerca di verità e di giustizia sulla strage di via D’Amelio debba ancora proseguire e che non ci sia nessun colpevole per uno dei più clamorosi depistaggi della storia d’Italia – dichiarano il segretario della Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile Legalità e memoria storica Chil Palermo Dino Paternostro – Al di là della verità giudiziaria, c’è una verità storica che dovrà essere approfondita e riletta dopo 30 anni di indagini e piste fasulle, dove si delineano responsabilità morali pesanti, che chiamano in causa anche persone con responsabilità pubbliche, esponenti dello Stato. Tutto questo è insopportabile. Bisogna continuare a cercare non una verità ma la verità che la gente aspetta. Non si può andare avanti con archiviazione di procedimenti per chiusura di termini e tra ostacoli burocratici che allontanano la consegna della verità”.
“Siamo accanto alla famiglia Borsellino – aggiungono Ridulfo e Paternostro – ai palermitani e ai siciliani onesti, e nonostante tutto continuiamo a rivendicare verità e giustizia, a batterci per uno Stato democratico, trasparente, dalla parte dei lavoratori e delle persone oneste. Lo dobbiamo a Paolo Borsellino e a tutti gli onesti servitori dello Stato, a tutti i nostri dirigenti e attivisti sindacali caduti sulla trincea dell’antimafia”. “La stagione delle bombe nasce nel 1983 con la strage Chinnici, subito dopo gli omicidi di La Torre e Dalla Chiesa. Questi quarant’anni, e i trenta dalle stragi del ’92, hanno prodotto una stagione intensa di partecipazione e impegno collettivo. Richiamiamo le istituzioni ribadendo la necessità che ci sia, senza retorica, un’azione quotidiana di contrasto, di lotta alla mafia, con fatti concreti, e di accertamento della verità. Chi ricorda e partecipa agli anniversari, il giorno dopo deve ricordare e agire affinché questa ricerca di giustizia, verità e legalità non sia soltanto parata. Da questa lunga stagione di guerra, di morti ammazzati, di corpi dilaniati, di lacerazioni sociali ed esistenziali, è emersa una insopprimibile necessità di riscatto. A noi spetta il compito di impedire che al sogno della rinascita subentri il disincanto, quello che spezza le gambe alla fiducia delle persone. Perché noi non siamo stati indifferenti e non saremo mai indifferenti e rassegnati”.