Lucca – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in considerazione dell’emergenza idrica ormai diffusa su scala mondiale e in particolare in Italia intende proporre qualche riflessione sulla gravità del cambiamento climatico mediante la celebrazione della Giornata internazionale della lotta alla desertificazione e alla siccità che si tiene il 17 giugno di ogni anno.
Negli ultimi dieci anni si sono susseguite stagioni estive veramente torride, caratterizzate dall’onnipresenza di bolle africane che poco hanno in comune con il clima del Mediterraneo, che, sicuramente, è soleggiato e afoso ma non raggiunge però costantemente per diverse settimane le temperature tipiche del Nord Africa; a Siracusa la temperatura ha toccato i 48,8 gradi, record assoluto in Europa. Il Po, fiume simbolo della verdeggiante pianura padana, è diventato un rigagnolo strozzato con devastanti conseguenze per la biodiversità, per l’agricoltura, per il turismo, per l’economia. In passato le multinazionali collegate all’industrializzazione selvaggia avevano cercato di denigrare, ridicolizzare, sminuire le teorie scientifiche che avevano lanciato già negli anni ’80 i primi allarmi in relazione a quanto si stesse modificando l’equilibrio del nostro pianeta.
Adesso nessuno può più smentire ciò che è sotto gli occhi di tutti: la siccità è una realtà in espansione ed è stata indotta dalle scelte scellerate degli esseri umani; secondo il rapporto Drought In Numbers 2022 dell’UNCCD, entro il 2050 la desertificazione potrebbe riguardare tre quarti della popolazione mondiale, cioè tra i 4,8 e i 5,7 miliardi di persone rispetto ai 3,6 miliardi di oggi.
In Italia le precipitazioni durante il periodo invernale sono diminuite dell’80% e la neve del60% secondo i dati Aisam (Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia).
Tali dati dovrebbero spingere gli esponenti politici delle nazioni più influenti a investire seriamente nelle forme di energia rinnovabili perché il riscaldamento globale conduce non solo alla desertificazione ma anche alla propagazione di malattie e specie di insetti molto pericolosi per la nostra salute.
Non è possibile rinviare la risoluzione del problema; il CNDDU invita tutti i cittadini e i giovani che si recheranno a esercitare il proprio diritto di voto a pretendere dai futuri sindaci azioni concrete per la salvaguardia ambientale e la tutela delle risorse idriche, mediante una corretta manutenzione delle condotte e il contrasto dello spreco. #
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU