Palermo – “Agitare la bandiera della legalità è uno sport con il quale da sempre la sinistra si nasconde per occultare la propria incapacità di proposta e di governo. Se poi tutto questo avviene attraverso la squallida e immorale strumentalizzazione dei morti di mafia, nel trentennale delle stragi e in piena campagna elettorale, non c’è dubbio che la sinistra è disperata. Avere innescato la macchina del fango contro Roberto Lagalla credo che oggi farebbe davvero rivoltare nelle tombe coloro che hanno testimoniato sino alle estreme conseguenze quanto sia importante prima di ogni altra cosa fare il proprio dovere, all’interno delle istituzioni e in ogni attimo della propria vita privata e pubblica. Pensare di vincere le elezioni a Palermo con l’esercizio della diffamazione contro un uomo perbene e capace qual è Lagalla, ignorando come l’ultima amministrazione Orlando, di cui Miceli è erede diretto in assoluta continuità, abbia lasciato tanti problemi irrisolti e aggravati da una ormai miope e asfittica visione politica, dai conti pubblici, alle tasse, alle bare insepolte, allo smaltimento dei rifiuti, è davvero un’ulteriore violenza che si fa ai palermitani, che grazie a Dio sanno di poter cambiare quel sistema votando Lagalla. Quanto alla questione morale, agli esponenti della sinistra vorrei ricordare cosa è stato il governo Crocetta in Sicilia sul tema, con il sistema Montante che la stessa sinistra ha difeso e nel quale era invischiata, come dicono e testimoniano le inchieste attuali e su cui mai nessuno dei cosiddetti presunti leader, Miceli compreso, si è mai espresso o preso le distanze. Troppo facile inforcare un occhiale da vista strabico che rimanda ad una doppia morale, quella che punta il dito contro l’avversario ma non sa fare autocritica chiedendo scusa ai palermitani e ai siciliani per i disastri che ha prodotto. Negare il diritto di opinione è tipico di quel orrido sistema autoritario di cui la storia anche attuale ci fa vergognare. Su questo principio valgono su tutte le parole del professore Giovanni Fiandaca, di cui ho tanta stima, e di Marco Cappato dei radicali che ha parlato di “morale becera ed ipocrita” che viene sbandierata quando fa comodo. Se davvero si vuole essere custodi della memoria e dell’eredità morale di Falcone e Borsellino si abbia il coraggio di tacere e di fare fino in fondo il proprio dovere”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.