Palermo – «Apprendo da un articolo pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” a firma di Claudio Reale che, lo scorso venerdì 13 maggio nella sala di Palazzo dei Normanni intitolata a Piersanti Mattarella, diversi leader di partito hanno partecipato a un incontro per la presentazione di un libro firmato da Stefano Bisi, gran maestro del “Grande Oriente d’Italia”.
Tra i presenti il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto oltre al presidente dei deputati di “Diventerà bellissima” Alessandro Aricò. A questo si aggiunge, come peraltro indicato da Reale, che i parlamentari dell’Ars hanno l’obbligo, introdotto nel 2018 su proposta del presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, di dichiarare la propria appartenenza alla Massoneria. Ma la proposta di Fava, anche a seguito di un comunicato del commissario dello Stato, lederebbe i principi dell’Unione e dell’ordinamento costituzionale italiano riguardanti il rispetto della vita privata, della libertà di pensiero e della non discriminazione, motivo per il quale i deputati hanno deciso di non fare dichiarazione alcuna. I dati ufficiali resi noti dal GOI indicano che in Sicilia ci sono circa 700 iscritti, divisi in 27 circoli ma dobbiamo ricordare che uno dei principi fondanti della Massoneria è la segretezza e, proprio in campagna elettorale, questa potrebbe essere lo strumento che mina la terzietà dell’apparato democratico oltre al rispetto e alll’interesse esclusivo per la “res publica” che devono possedere i pubblici amministratori» dichiara Rita Barbera.
«Seppur essere iscritti alla Massoneria non sia vietato dalla legge e quindi non costituisca reato – prosegue Rita Barbera – tutti i candidati alla carica di Sindaco della Città di Palermo dichiarino non solo la loro estraneità a qualsivoglia loggia riferibile alla Massoneria ma anche quella dei propri familiari e congiunti. La storia ci ha insegnato che, in alcune occasioni, le logge massoniche deviate hanno tenuto sotto scacco esponenti della società civile e politica costringendoli a privilegiare quanto serviva ai “fratelli muratori” e non alla cittadinanza».
«Io, per prima, lo dichiaro – continua Rita Barbera – senza tema di smentita: non ho mai fatto parte a nessun titolo di qualsiasi loggia massonica e questo vale anche per i miei familiari e congiunti. Aspetto ora che gli altri candidati si esprimano pubblicamente, per rispetto della trasparenza cui ogni candidato è tenuto nei confronti della cittadinanza palermitana».