Cinisi (PA) – Omelia di S. E. Mons. Michele Pennisi pronunciata durante la Messa di ringraziamento per Santa Maria di Gesù Santocanale. Cinisi sabato 21 maggio 2022.
«Carissimi confratelli, illustri autorità civili e militari, carissime Suore Francescane dell’Immacolata di Lourdes, fratelli e sorelle,
A sei giorni di distanza è ancora vivo in noi l’evento di grazia della canonizzazione di santa Maria di Gesù Santocanale, celebrato in piazza san Pietro dal Santo Padre Francesco alla presenza di numerosi cardinali, vescovi, rappresentanti del clero, autorità tra le quali il Presidente della Repubblica Italiana, membri degli istituti di vita consacrata e di moltissimi cristiani laici provenienti da varie nazioni.
È stata una solenne celebrazione pubblica a livello mondiale, che indica come la santità non è un fatto privato ma ha sempre riflessi nella vita di una comunità e delle conseguenze pastorali sociali e culturali rilevanti. È stato un segno del passaggio di Dio nella Chiesa del nostro tempo.
Con gioia e vera gratitudine eleviamo il nostro “grazie” alla santissima Trinità origine di ogni santità, per il dono della canonizzazione di santa Maria di Gesù Santocanale, la cui storia vocazionale è legata a questa città di Cinisi, dove la Santa si è distinta per la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana a favore degli ultimi, ai quali ha voluto che si spezzasse il pane materiale, il pane della Parola di Dio e il Pane Eucaristico.
Le virtù evangeliche e i valori umani eroicamente vissuti dalla nostra Santa sono stati così riassunti da papa Francesco già in occasione della sua beatificazione con queste parole: “madre compassionevole dei poveri e dei sofferenti e catechista perseverante nell’annuncio del Vangelo “.
Ringraziamo Dio per questo grandissimo dono nel quale riconosciamo la presenza del Signore risorto che cammina nella storia in mezzo al suo popolo, attraverso le mani, le parole, la testimonianza dei suoi servi fedeli.
Riconosciamo, inoltre, che questa santità rappresenta un compito e una responsabilità per la Chiesa Universale e in modo particolare per la nostra Chiesa pellegrina in Monreale. Ma anche per le Chiese dove è viva la sua memoria attraverso la presenza delle Suore da lei fondate.
La vita della nostra nuova Santa è stata un dono speciale della bontà misericordiosa di Dio per l’intera città di Cinisi di cui essa, ha conosciuto e curato con amore le ferite e le fragilità. Con questa canonizzazione va rilanciata l’immagine della città di Cinisi come città della santità, della carità e del servizio agli ultimi.
La canonizzazione di S. Maria di Gesù Santocanale ci spinge a non trascurare i segni concreti della sua santità: l’attenzione agli ammalati e ai poveri, che lei ha servito e amato, facendosi lievito di santità tra le case di Cinisi, educando i giovani e le ragazze alla nostalgia del cielo, spandendo il profumo di Cristo in mezzo al popolo di Dio, che la riconobbe come Madre, “Signura Matri”.
Dal 15 maggio tutta la Chiesa contempla questa stella luminosissima che brilla già nel firmamento del cielo: segno di sicura speranza, di una umanità piena possibile, il cui segreto vive della e nella Pasqua di Cristo!
Santa Maria di Gesù Santocanale, che visse sempre alla presenza di Dio e fu docile alle ispirazioni dello Spirito Santo, attinse dall’Eucaristia, dall’amore a Gesù Crocifisso, dalla devozione alla Madonna e San Giuseppe, dall’ispirazione francescana, il tratto specifico dell’amore misericordioso di Dio, divenne espressione significativa di una fede operante attraverso la carità, capace di piegarsi, con tenerezza materna, davanti a qualsiasi forma di miseria umana per alleviarla. Questo suo amore per i poveri derivava dalla sua unione intima con Cristo suo sposo divino.
Santa Maria di Gesù, coniugò in tutta la sua vita la fede che la fece permanere nella certezza dell’amore di Gesù con la carità verso i poveri nei quali vide riflessa l’immagine di Cristo sofferente e crocifisso.
La canonizzazione di Santa Maria di Gesù ci offre la provvidenziale opportunità di riprendere alcuni tratti significativi della sua figura, del suo agire e del suo pensare, riscoprendone il carisma che è stato un vero bene per tutti, un dono di Dio che ha lasciato una traccia profonda di santità non solo nel suo tempo ma anche del nostro.
Dalla nuova santa noi abbiamo ricevuto vari doni per i quali dobbiamo rendere grazie.
Abbiamo prima di tutto un dono che è proprio di tutti i santi e beati: il dono della loro santità, che per tutti noi è un esempio e un invito chiaro.
Abbiamo poi un secondo dono che è sempre proprio di tutti i santi: il dono della loro preghiera, della loro intercessione, della loro protezione nel comune vincolo della comunione dei santi.
Ma ancora di più noi abbiamo un terzo dono, che è proprio della nostra Santa che ebbe una tenera devozione alla Madonna: il dono delle nostre Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, che hanno qui a Cinisi la loro Casa Madre, nella cui cappella sono custodite le spoglie mortali della “Signora Madre”.
Nel vangelo che abbiamo ascoltato prima di entrare nella sua passione, Gesù preannuncia i doni pasquali che avrebbe effuso sui credenti con la sua risurrezione.
Innanzitutto il dono del “Consolatore, lo Spirito Santo”, che ci consola, ci difende e ci incoraggia. Lo Spirito Santo che dimora nel cuore dei credenti diventa luce, consolazione testimonianza vivente di Gesù, la guida interiore nella scoperta della piena verità e la forza per opporsi al mondo immerso nel peccato.
Poi il dono di un amore nuovo: un amore che è una ‘immersione piena’ nella Trinità Santa, che viene ad abitare, a prendere dimora presso chi crede e ama (v. 23); un amore che diviene sorgente di vita nuova e fonte di gioia piena.
Infine il dono della pace fonte di gioia piena: la pace che Gesù dona, una pace diversa da quella che il mondo offre (v. 27), una pace che è più forte di qualunque turbamento, che rassicura in ogni difficoltà. La pace definitiva di Gesù, frutto dell’amore che abbatte i muri della divisione tra le razze e le culture, è diversa dalla fragile e parziale pace del mondo imposta con la forza brutale delle armi, con la sopraffazione o con la furbizia.
Attraverso l’esperienza dello Spirito la nostra esperienza di Dio non è quella di un Dio lontano che provoca paura, ma di un Padre vicino all’uomo per la cui salvezza manda il suo Figlio che dona la sua vita per la salvezza del mondo e chiede di contraccambiare questo amore attraverso l’osservanza dei comandamenti.
La presenza dello Spirito Santo è riconoscibile in tutto il travagliato cammino della Chiesa, a partire dal brano degli Atti degli apostoli che abbiamo ascoltato, nel quale emerge la ricerca di una comunione più forte con le guide della Chiesa, la discussione aperta a tutti in vista di una decisione della comunità, la scelta di testimoni credibili, ma soprattutto la netta affermazione della salvezza offerta a tutti per mezzo di Cristo, facilitando così l’accesso dei pagani al Vangelo, senza imporre altri obblighi. Tale decisione è il risultato di una felice, anche se travagliata, sinergia: “Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi…” (v. 28). In questo episodio possiamo riconoscere un evento sinodale in cui la Chiesa apostolica vive la sua vocazione alla luce della presenza del Signore risorto in vista della missione. Mentre in questo nostro tempo soffiano ancora i venti gelidi della guerra e della sopraffazione, come Chiesa abbiamo avviato un processo sinodale: sentiamo l’urgenza di camminare insieme coltivando le dimensioni dell’ascolto, della partecipazione e della condivisione.
Ci auguriamo che la canonizzazione della Madre Maria di Gesù Santocanale, serva a rilanciare il carisma della Congregazione da Lei fondata per continuare a produrre frutti di bene soprattutto verso i poveri e i malati a gloria di Dio.
Desideriamo che questa beatificazione rinnovi in questa terra, così generosa di vocazioni alla vita consacrata, la bellezza di una radicale consacrazione al Signore da parte di molti giovani perché si dispongano a seguire il Signore.
Questa canonizzazione dice a tutti noi che la santità è l’adempimento della perenne vocazione di ogni uomo e donna alla felicità, è la fonte della vera gioia e della perfetta letizia. Per questo lo scrittore Leon Bloy ha scritto che la più grande tristezza è quella di non essere santi.
Sono i santi che fanno la storia vera della nostra Chiesa e che rivelano il vero volto e l’autentica identità di questa città di Cinisi e sono il miglior antidoto alla illegalità e alla subcultura mafiosa.
Il modo migliore per dire grazie per la beatificazione di Madre Maria di Gesù, antifona di misericordia e di tenerezza, è quello di percorrere la sua stessa strada, rispondendo alla vocazione universale alla santità alla quale siamo chiamati tutti cristiani. Tutto ciò è possibile in ogni condizione di vita, perché la santificazione che abbiamo ricevuto nel battesimo siamo chiamati a farla fiorire in ogni stagione della vita, da bambini, da ragazzi, da giovani, da adulti, da anziani… fino all’ultimo respiro che il Signore ci concederà.
Come la nostra santa cinisara ognuno di noi è chiamato ad essere – per la propria comunità ecclesiale e civile, nell’attuale contesto sociale un testimone credibile di una fede autentica, di una speranza ardente e di una carità operosa» (Mons. Michele Pennisi).
Giuseppe Longo