Lucca – Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorare la figura don Carlo Gnocchi, scomparso a soli 53 anni a causa di una grave patologia il 28 febbraio 1956 a Milano. La storia del sacerdote è un grande esempio di generosità e altruismo verso il prossimo da ricordare ai giovani nelle aule scolastiche. Don Gnocchi, dopo una giovinezza di sacrifici, conobbe durante la seconda Guerra Mondiale prima la recrudescenza del conflitto in Russia e successivamente la persecuzione delle SS per le sue posizioni contrarie al regime e per aver aiutato molti partigiani e politici a fuggire all’estero. Durante proprio tale periodo, maturò nella sua coscienza critica la volontà di aiutare gli ultimi e le persone più vulnerabili; creò diversi istituti, tra cui la Federazione Pro Infanzia Mutilata, appositamente per i bambini offesi nel corpo dalla ferocia bellica, e, in fin di vita, fu capace di un ultimo regalo generoso, in quanto si privò delle cornee a favore di due ragazzi malati. All’epoca il trapianto non era ancora disciplinato, ma il suo amore per i giovanissimi fu tangibile e servì per avviare un iter giuridico a favore di tale pratica medica – chirurgica. Gli viene riconosciuto dalla società civile per tutte le azioni benefiche il titolo meritorio di “padre dei mutilatini”.
In un mondo in cui spirano nuovamente venti di guerra con esiti drammatici soprattutto sui più indifesi, il CNDDU trova costruttivo combattere l’indifferenza e il bellicismo indiscriminato con esempi di speranza e slancio verso gli altri. La parabola umana e religiosa di Don Gnocchi insegna quanto la solidarietà e il rispetto della vita dovrebbero prevalere sull’avidità e gli egoismi.
Una testimonianza di un ex bambino beneficato dal sacerdote, Mario Giovanni Galbusera, esprime con toccante commozione la gratitudine nei confronti del sacerdote che cercava di offrire conforto e sostegno a chi aveva perso tutto “Con noi Don Carlo iniziò la sua grande opera nella quale passai anni bellissimi. Inizialmente egli ci alloggiò in un’aula dell’Istituto per Grandi Invalidi e lì, anche noi ragazzi, iniziammo a vedere e a toccare con mano quanto fosse grande la sofferenza e intenso il dolore che la guerra aveva causato.” (cit. Sergio Didone, Grazie, papà, Don Carlo, p. 67, Effatà Editrice, 2007)
Il CNDDU invita nuovamente a dedicare ampi spazi di discussione in relazione alle tematiche umanitarie di solidarietà creando momenti di riflessione e condivisione sul tema della guerra e attualizzando la figura di Don Gnocchi nel nostro attuale contesto.
“In un mondo come il nostro, inaridito, agitato, maniaco, è necessario mettere olio d’amore sugli ingranaggi dei rapporti sociali e formare nuclei di pensiero e di resistenza morale per non essere travolti.” (Don Carlo Gnocchi)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU