Torino – Mostra – Classical Radical – Residues & Resonance, nell’ambito di Hub India dal 5 novembre 2021 al 27 Febbraio 2022. Prorogata fino al 27 febbraio 2022.
«Hub India, a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio, nasce come progetto per Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino per poi espandersi in una mostra tripartita realizzata in collaborazione con Fondazione Torino Musei e con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Hub India è una prolifica esplorazione degli innumerevoli registri che caratterizzano l’arte contemporanea del subcontinente indiano, una regione di estrema importanza nell’Asia meridionale e che sta svolgendo un ruolo sempre più rilevante nel mondo globale. Con la presenza di oltre 65 artisti provenienti da dieci delle più importanti gallerie e musei indiani, il progetto si profila come il più ampio e significativo dialogo che l’arte contemporanea indiana abbia intrattenuto con il mondo occidentale in tempi recenti.
Classical Radical @Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina.
“Classical Radical” è una mostra in tre sedi che si sviluppa nelle sedi di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, del MAO Museo d’Arte Orientale e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e presenta opere indiane contemporanee e moderne che esplorano i lasciti del passato e l’antichità nel qui e ora sociologico. Come le opere d’arte contemporanee illuminano, complicano e si riappropriano dell’eredità? Come si pone l’arte contemporanea nel variegato panorama di religioni e storie, e quali residui di motivi, stili e idee sono sopravvissuti attraverso i millenni fino ai giorni nostri?
Le opere selezionate rappresentano uno spaccato di generi, medium e processi che vanno dai disegni e dipinti alle miniature e sculture, terrecotte e metalli, dipinti su carta e su tela, stampe, incisioni e opere digitali e virtuali, in un tentativo di analizzare le eredità classiche e tradizionali attraverso una nuova lente. Una ricerca a tutto campo che offusca le polarità di religione, casta o razza, Asia ed Europa, figurazione e astrazione per costruire uno spettro ampio di voci che vanno dai maestri moderni e contemporanei alle avanguardie, passando per gli artisti indipendenti appena scoperti. Più stratificato e complesso di una panoramica, questo percorso espositivo offre una lente caleidoscopica che sposta la percezione e sfida la stasi in modi elaborati, evocativi e mai riduttivi.
A Palazzo Madama e al MAO le opere presentate per Classical Radical sono messe in dialogo con le collezioni permanenti dei musei, in modo da creare piccoli cortocircuiti capaci di generare significati nuovi e nuove linee di interpretazione, lontane da ogni tentativo di semplificazione: ciascun visitatore potrà cercare il proprio percorso, creando connessioni fra opere antiche e contemporanee, colmando con il proprio vissuto e la propria sensibilità gli spazi di senso lasciati vuoti e decidendo in libertà dove soffermare il proprio sguardo. All’Accademia Albertina di Belle Arti l’allestimento prende invece forma nei piani superiori dell’affascinante Rotonda di Talucchi, l’edificio neoclassico recentemente aperto al pubblico dopo un importante restauro.
La mostra al MAO comprende opere del rinascimento contemporaneo che iconizzano e al tempo stesso obliterano lo stesso classicismo a cui fanno riferimento. I lavori sono radicati in un’eredità che esamina stili tradizionali, scuole e generi e si spinge oltre per stabilire con essi una relazione, un dialogo. Mentre gli interessi sono mutati con i capricci del tempo, le forme di queste opere hanno conservato ossessivamente pattern simili, risonanti di residui del passato. Come in un concerto di Philip Glass, dove ogni iterazione suona familiare ma l’accumulo delle iterazioni successive rende ognuna di esse un’esperienza unica e diversa.
Uno dei punti forti della mostra è una sezione radicale di neo-miniaturisti che prendono a prestito le decorazioni evocative, stilizzate e gemmate dei tradizionali stili miniaturistici e dei dipinti vasli, sovvertendole per esplorare modi in cui espandere e smantellare il vocabolario di uno stile apparentemente insulare. Anche l’arte della Regione himalayana offrirà grandi suggestioni, grazie all’installazione di una serie di opere dell’artista Paula Sengupta dal titolo “The plain of Aspiration”, un progetto che parla della diaspora dei tibetani fuggiti dal loro paese in seguito alla partenza del Dalai Lama nel 1959 e del tentativo di conservare anche altrove, attraverso la memoria, il loro stile di vita e la loro cultura. I lavori di Sengupta attingono fortemente alla tradizione dell’artigianato tessile e al simbolismo religioso tibetani e, nelle gallerie del MAO, vengono accostate alle opere della sezione dedicata alle copertine lignee intagliate».
MAO Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino
In partenership con Kiran Nadar Museum of Art (KNMA).
In collaborazione Latitude 28 New Delhi – Akar Prakar Kolkata, New Delhi – Art Alive New Delhi – Emami Art Kolkata – Gallery Espace New Delhi – Shrine Empire New Delhi – Nature Morte New Delhi – Sakshi Art Mumbai – Jhaveri Contemporary Mumbai – Vadehra Art New Delhi – VOLTE Mumbai.
Artisti: Waseem Ahmad, Khadim Ali, Anindita Bhattacharya, Sakti Burman, Sudipta Das, Priyanka D’Souza, Baaraan Ijlal, Manjunath Kamath, Puneet Kaushik, Samanta Batra Mehta, Piyali Sadhukhan, Paula Sengupta, Yugal Kishore Sharma, Nilima Sheikh, The Singh Twins, Waswo X Waswo.
Info: www.maotorino.it
Giuseppe Longo