Palermo – “Ci aspettavamo le sue dimissioni, quantomeno le sue scuse, non sono arrivate le une e nemmeno le altre. In compenso è arrivata la patetica declamazione di una sorta di programma elettorale che ovviamente non potrà realizzare mai”.
Lo ha affermato il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola, a commento della relazione del presidente della Regione Musumeci in Aula.
“Musumeci – dice Di Paola – ha dimostrato ancora una volta di non volere dismettere l’abito dell’arroganza, che ha sfoggiato sin dal momento del suo insediamento nei confronti dell’opposizione, ma anche dei deputati della sua maggioranza che ha definito scappati di casa, disertori, ricattatori e sciagurati. Ci farebbe piacere che ci dicesse quanti degli 830 mila e passa voti che ha preso alle elezioni regionali vengono da questa gente, dipinta in questo modo”.
“Musumeci – conclude Di Paola – si è sentito ferito nell’orgoglio, perché arrivato terzo nelle elezioni per designare i grandi elettori del presidente della Repubblica. Anche il presidente del Molise, Tomà, è arrivato terzo alle elezioni, ma non è successo nulla. A Roma, il presidente è andato soprattutto per stringere accordi per la sua ricandidatura, per la quale si sta impegnando fino allo stremo delle forze. Ci chiediamo cosa sarebbe ora la Sicilia se Musumeci avesse usato per il bene della nostra terra anche l’1 per cento delle energie spese per riconquistare la poltrona”.
“Ci aspettavamo – ha detto in Aula il deputato M5S Luigi Sunseri – un atto di coraggio, di dignità, ma Musumeci ha preferito anteporre i propri interessi a quelli della Sicilia. Nel 2012 Musumeci ha detto che il pane si fa con la farina che si ha. Ebbene, la farina di Musumeci sono i deputati che lui ha attaccato in questi giorni, dicendo che facevano atti ricattatori. Sarebbe carino sapere chi sono, per capire con chi abbiamo a che fare in quest’Assemblea”.
“Musumeci – ha concluso Sunseri – sarà ricordato per Ambelia e per il giardinetto sotto palazzo D’Orleans, le sue grandi opere di questi 5 anni di governo. Persino il cavallo di Caligola è diventato senatore, forse Musumeci con questo viaggio a Roma un posticino lo ha recuperato”.
Anche Stefania Campo ha messo l’accento sugli epiteti negativi usati da Musumeci nei confronti dei deputati della sua maggioranza: “Legittimo da parte del presidente – ha detto – lamentarsi della sua maggioranza, ma se si fosse presentato con una sola lista avrebbe avuto intorno solo persone di suo gradimento. Evidentemente, però, a quell’epoca gli è piaciuto avere i voti di tutte le forze politiche. Inutile oggi fare la vittima”.