Salvatore Sardisco si rivolge ai giovani: “Ripartite dalla speranza”

Monreale (PA) – Salvatore Sardisco, vice presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, destinatario di ben sette cittadinanze onorarie, ha ottenuto una laurea honoris causa dall’Università Telematica “ISFOA” otre al premio internazionale “Servire in Caritate”. Coautore di libri con il Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale Nicolò Mannino, ad inizio nuovo anno solare ha pensato bene di indirizzare un appello ai giovani per riprendersi il “diritto di Parola”. Dalle colonne del nostro Giornale del Mediterraneo, il suo appello diventa convincete e piace a tantissimi studenti che da ogni parte d’Italia hanno ricevuto questa lettera aperta. 

«Nel silenzio scrosciante di una epidemia che non risparmia nessun dato statistico, oggi più che mai non ci resta che riflettere su come e cosa poter fare per rendere meno pesante il clima che si respira in questo singolare momento storico. La prima riflessione ci invita a guardare il pianeta nel quale trascorriamo le nostre giornate tra voglia di un presente di “libertà” e concetti di schiavitù che spesso portano l’uomo a piegare le sue ginocchia per avere ciò che non sempre lo rende totalmente felice.  Spesso la libertà dell’uomo viene intesa come “libertinaggio” che non edifica ma distrugge la quotidianità di molti.

La cronaca del “tornaconto” – da come si evince dalla lettura dei quotidiani, – sembra averla vinta, mentre uno scenario non tanto bello fa fatica a dare il meglio di sé essendo calpestato e non tutelato. E’ necessario ritornare ad essere custodi della “casa Comune” come chiama definire il mondo Papa Francesco e vivere in questa realtà nel massimo rispetto, nell’ascolto e nella cooperazione a favore di uno sviluppo che non esclude nessun interlocutore del pianeta. 

Oggi più che mai occorre una politica del servizio, anche se spesso ci si accorge che si fa fatica a proporre obiettivi e finalità da attuare in tempi rapidi: le conferenze affascinano, le tavole rotonde sono perfette, spesso però tra il dire e il fare vi sono fiumi di parole. E’ necessario ritrovarsi “cittadini” di un bene comune e agire a favore di una difesa del territorio e del creato che va sempre salvaguardato senza pensare alla logica del profitto personale che non sempre coincide con il bene della collettività.  Perché ciò sia possibile è necessario rieducarsi al rispetto della “Cosa pubblica” che appartiene a ogni vivente e fa parte del quotidiano di ogni persona che abita il pianeta. Un ritornare a riconoscersi non dominatori del creato ma facenti parte di un progetto di crescita, di salvaguardia e di azione. Il rispetto dell’ambiente rispecchia l’ordine interiore che una persona porta in sé.

Chi vive nell’armonia dell’essere sempre in comunione con se stesso, la propria fede, i propri ideali di bene, non può che rispecchiare tutto ciò nell’ambiente in cui è chiamato a esprimersi e cooperare in un clima di dialogo abbattendo muri e non creando mai barriere.  Il valore della solidarietà e il tema della pace tra i popoli devono diventare i pilastri che tengono in piedi l’edifico della formazione, del rispetto vicendevole e del dialogo finalizzato a divenire Ambasciatori di valori veri.

Stare bene con se stessi porta sempre a fare del bene riconoscendo nell’altro un interlocutore attento che può dare forza e consistenza a un progetto che sa’ di vero sviluppo e autentica legalità. Sapersi parte di un grande mosaico, ognuno per forma e colore diverso ma che incastonato al posto giusto sa di essere parte di una tela che rende questo mondo un autentico inno di speranza e di bellezza lasciando così ai nostri figli, ai nostri giovani, una eredità che sa di luce e non di un linguaggio del “non senso” dove l’uomo vive e si sente un’isola nell’isola. Che questo presente ci porti a guardare oltre e insieme comprendere che siamo chiamati ad edificare un mondo che fa capo a un bene che va oltre le logiche dell’avere ma volge il suo sguardo verso l’essere… l’essere in comunione con se stessi e con gli altri, viandanti verso quel bene comune che si chiama “mondo interiore ed esteriore”. A noi agire perché la quotidianità sia un autentico inno alla Vita» (Salvatore Sardisco).

Giuseppe Longo

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