Monreale (PA) – Riflessione di Nicolò Mannino a inizio del 2022.
«Ha fatto riflettere tutti il richiamo della “stalla” che sta nel cuore di ogni uomo, espressione dettata da Papa Francesco all’Angelus di domenica due gennaio. Una stalla che sta nel silenzio del cuore, nella profondità di un’anima dove si gioca la felicità di ogni uomo. Scendere nei propri silenzi, contemplare una mangiatoia dove spesso si posano paure, pensieri, insicurezze, dubbi, perplessità, cose che fanno rumore e che nessuno conosce. Una mangiatoia nella propria coscienza dove si fanno processi verso i propri modi di vivere e a quelli di chi spesso si imbatte con le nostre storie. Non è detto che il Bambino appena nato, tra pandemia e tamponi di certezze, ha trovato spazio in questa stalla dove ogni mangiatoia è occupata da surrogati di falsi paradisi artificiali. Siamo poveri di sogni, di ottimismo, di certezze: la gente corre impazzita dalla corsa del tempo. Il bombardamento mediatico di contagi, di incertezze e di precipizi sembra soffocare ogni inno che i pastori udirono dinnanzi una stella che indicava la stalla “Vi annunciamo una grande gioia… troverete un Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia”. Nella nostra Lui c’è? In questo nuovo anno c’è posto per la speranza? la gioia e il coraggio hanno la meglio? Rientriamo nella nostra povertà, nella nostra essenzialità che oggi chiamiamo “stalla” e troviamo un angolino per sostare e fare posto a cose vere, a ciò che vale la pena di vivere e viverla fino alla fine. Solo se povertà e umiltà si incontreranno nella nostra stalla il Dio dell’Amore troverà posto nella nostra stalla, altrimenti è solo tutto un’illusione» (Nicolò Mannino, Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale).
Giuseppe Longo