Giarratana (Rg) – Anche stavolta non saranno festeggiamenti come gli altri anni. E non potrebbe essere altrimenti. Le celebrazioni religiose continueranno ad essere segnate dall’emergenza pandemica. Che, purtroppo, in queste giornate sta pure rialzando la testa. Allo stesso modo, però, con la festa di Sant’Antonio abate, la comunità di Giarratana darà il via da sabato 8 gennaio agli speciali momenti di giubilo in onore dei santi venerati nel piccolo centro ibleo. I sacerdoti di Giarratana chiedono ai fedeli di volgere lo sguardo a questo padre del deserto e del monachesimo per imparare ancora una volta da lui come vivere quando sembra che la vita non ci sorrida, come, purtroppo, sta accadendo sempre di più in questo periodo difficile. Come ogni santo, Antonio, vissuto nel deserto, ha conosciuto il tempo della tristezza e dell’aridità. L’apertura dei tradizionali festeggiamenti è in programma, come detto, per sabato, nella chiesa di Sant’Antonio abate, quando, alle 17, ci sarà, innanzitutto, il suono a festa delle campane. Alle 17,30, poi, è prevista la traslazione del seicentesco simulacro del santo che, però, sulla scorta del decreto vescovile del 13 giugno del 2020, in ossequio alle limitazioni vigenti per evitare i contagi, avverrà a porte chiuse, senza presenza dei fedeli. Le iniziative religiose proseguiranno, poi, da giovedì 13 gennaio per chiudersi lunedì 17, festa liturgica di Sant’Antonio abate. Da segnalare, nel contesto delle iniziative programmate, anche l’azione di pulizia straordinaria tutt’attorno alla chiesa che sarà effettuata in questi giorni dall’impresa ecologica Busso Sebastiano, che gestisce il servizio di igiene ambientale a Giarratana, per fare in modo che i momenti legati alle celebrazioni possano svolgersi in serenità, attenuando i problemi contingenti alle preoccupazioni attuali riguardanti la pandemia in corso. La chiesa di sant’Antonio Abate fu rasa al suolo in seguito al disastroso sisma del gennaio 1693. L’opera di ricostruzione fu avviata nei primissimi anni del XVIII secolo nella parte più alta dell’abitato. Il tempio, già nel 1748, era ricostruito e adibito al culto. Tuttavia, fu consacrato solo il 21 settembre 1783 dal vescovo Giovanni Alagona. Sant’Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici. Non è un caso che la domenica della festa esterna, nel primo pomeriggio, sia prevista, sul sagrato, una speciale benedizione degli animali.