In onda martedì 14 dicembre ore 21.15 su Sky Arte
Disponibile anche On demand e in streaming su NOW
Zorro, l’abile spadaccino difensore dei più deboli è stato introdotto nell’immaginario di finzione nel 1919, quando all’interno del fumetto All Story Weekly viene raccontata la prima avventura di Don Diego de la Vega, alias Zorro. Ma se dietro l’invenzione di uno dei personaggi più conosciuti di tutti i tempi si celasse un fuorilegge sanguinario senza scrupoli?
Questo sarà il tema della terza puntata de Il mio nome è Leggenda, la produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Il terzo episodio andrà in onda martedì 14 dicembre alle ore 21.15 su Sky Arte, on demand e in streaming su NOW, e racconterà, attraverso l’emozionante narrazione di Matilda de Angelis, le vicende di Joacquin Murrieta, famigerato bandito del 1800, che ha ispirato la nascita del personaggio di Zorro.
Joaquin Murrieta nasce a Sonora, nella contea di Tuolumne in Californa, nel 1829, e si unisce presto allo zio Claudio Feliz che, dopo essere fuggito di prigione, diventa il capo di una delle più crudeli bande di fuorilegge dell’epoca. Il famigerato bandito Murrieta, insieme ai compagni, depreda e uccide chiunque si metta tra lui e l’oro: connazionali ispanici, anglofoni e cinesi.
Un corpo speciale di Rangers della California, comandato da Harry Love, viene incaricato della caccia a Murrieta che, scovato, rimane ucciso durante la cattura. Per lungo tempo nelle fiere di paese californiane spopolano le “Teste di Murrieta” anche se non c’è nessuna prova del fatto che Harry Love abbia davvero decapitato il bandito.
Nonostante i fatti storici parlino chiaro, le leggende popolari iniziano a soddisfare l’eterno bisogno d’identificarsi con eroi confortanti e positivi, quindi a ritrarre Murrieta come un uomo pacifico che cerca vendetta solo dopo un’accusa ingiusta. Secondo alcuni Murrieta viene ucciso e decapitato a soli 23 anni dal brutale Harry Love. Per altri il vendicatore riesce a fuggire in Messico. C’è poi chi nel 1986 decide di cercare i suoi resti nel Niles Canyon, ma la spedizione non ha successo.
A questi racconti tradizionali s’ispira John Rollin Ridge, poeta e giornalista, quando nel 1854 scrive The Life and Adventures of Joaquin Murrieta, The Celebrated California Bandit. Il libro ha un buon successo di vendite e getta le basi per mitizzare la figura di Murrieta.
L’evoluzione di Murrieta verso il personaggio di Zorro si perde a cavallo tra XIX e XX secolo in una serie interminabile di rimaneggiamenti fino alla prima apparizione illustrata del 1919: non si tratta di certo di un bandito bensì di un eroe dai nobili ideali.
La terza puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e la storica Elena Pirazzoli.
Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.
“Giù la maschera!“ – testi di Gianmarco Guazzo.
Nota dell’autore Gianmarco Guazzo:
Dietro la storia di vendetta di Joaquin Murrieta/Zorro c’è un’idea di giustizia e riscatto molto potente. Come autore, ho cercato di raccontarla traendo ispirazione dal tema pirandelliano dell’identità dietro le maschere e dall’immaginario pop dei supereroi mascherati come Batman o V per Vendetta. Senza dimenticare il me bambino che a carnevale, armato di spadino e con indosso cappello e mantello neri, voleva combattere i soprusi disegnando grandi Z nell’aria.