“Subito interventi sulle strade e sostegno per lo sviluppo dell’impresa e di chi lavora nel bene confiscato”
Palermo – Cgil Palermo e Legacoop raccolgono con preoccupazione la denuncia di Libera Terra e della cooperativa Placido Rizzotto sul rischio di chiusura della cantina Centopassi per l’impraticabilità della strada che rende impossibile l’accesso ai mezzi per il trasporto e la commercializzazione del vino.
La strada in questione è l’ex consortile di contrada Raitano, nel territorio di San Cipirello, dove vent’anni fa è nata la cooperativa in un terreno confiscato alla mafia.
“Chiediamo che l’azienda venga messa nelle condizioni di lavorare – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il presidente Legacoop Filippo Parrino – Lo sviluppo economico della zona, la sopravvivenza delle imprese e l’occupazione per tantissimi lavoratori e lavoratrici non possono essere messi a rischio dalla condizione di dissesto di tante strade delle nostre aree interne. Così come non possono esistere imprese più svantaggiate di altre. Alle cooperative che gestiscono beni confiscati alla mafia, come in questi caso in terreni coltivati dell’entroterra, devono essere assicurate le stesse condizioni per competere sul mercato. Chiediamo – aggiungono Ridulfo e Parrino – che l’esperienza della cantina Centopassi venga sostenuta e non abbandonata per le inadempienze dell’ex Provincia. E che al più presto si portino a termine tutti gli interventi che riguardano la viabilità, per mettere in sicurezza le strade delle aree interne, sia nella zona del corleonese e della Valle dello Jato, che nella Valle del Belice e nelle alte e basse Madonie. Il costo dei trasporti, in queste aree, non può gravare sulle imprese produttrici”.
Proprio nella Valle dello Jato, a Pizzo Pietralunga, nel maggio scorso, Cgil, Fillea e Flai, hanno organizzato la manifestazione “Strade più sicure. Per lavoratori e cittadini” assieme ai sindaci dei comuni, a comitati civici, ad associazioni come LegaCoop, chiedendo a gran voce all’area metropolitana la messa in sicurezza delle due strade provinciali in pessimo stato della zona, che collegano un territorio che si snoda tra una decina di comuni, con decine di aziende agricole e di cantine.
“Il tema delle strade secondarie senza manutenzione, delle vie interne che attraversano i fondi rurali in stato di dissesto idrogeologico, lo solleviamo da anni – aggiungono Mario Ridulfo e Filippo Parrino – In inverno la situazione precipita, nelle strade si aprono frane e voragini, interi paesi restano isolati, i mezzi di trasporto subiscono danneggiamenti continui. Col risultato che il lavoro di aziende come la Centopassi, che con l’impegno e il sacrificio di centinaia di persone si dedica al rilancio sociale ed economico del territorio, valorizzando un bene confiscato alla mafia a uso della collettività, venga vanificato per l’impossibilità di immettere i prodotti dell’azienda sul mercato”.