Palermo – La Polizia di Stato ha individuato e tratto in arresto l’autore dii un tentativo di rapina, avvenuto lo scorso 13 settembre, ai danni di una dipendente di un centro scommesse in zona Uditore: si tratta di un 36enne del quartiere di “Falsomiele”.
In tarda serata, poco prima dell’orario di chiusura, la dipendente del centro scommesse, ha dovuto fronteggiare l’inattesa aggressione di un avventore che, con il pretesto di insistere per effettuare una scommessa fuori orario, si è insinuato dentro il gabbiotto della dipendente e ne ha fisicamente impedito la chiusura. Nel giro di pochi secondi, il malvivente ha chiarito le ragioni della sua insistenza, si è diretto verso la cassa del centro scommesse ed ha intimato alla donna di non gridare. Ne è nata una colluttazione nel corso della quale, il malvivente ha avuto la meglio ma non ha potuto impedire che la dipendente azionasse l’allarme nebbiogeno, capace cioè di riempire di fumo la cabina.
L’azione ha raggiunto l’obiettivo di sorprendere il malvivente, il quale, in preda alla paura ed alla confusione, si è allontanato dall’esercizio senza aver portato a segno il “colpo”. Nel fuggire il soggetto ha dimenticato alcuni effetti personali all’interno dell’esercizio commerciale.
La dipendente ha contattato velocemente la Polizia di Stato e grazie alle celeri ma articolate indagini fatte di verifiche e riscontri ad opera dei “Falchi” della sezione “Contrasto al crimine diffuso” della Squadra Mobile, è stato individuato un 36enne, pregiudicato e da poco scarcerato, dal corposo curriculum criminale.
L’uomo è stato riconosciuto anche dai poliziotti che hanno visionato le immagini della tentata rapina, registrate dalle telecamere interne. Al 36enne si è giunti anche effettuando accertamenti sugli effetti personali dimenticati dal distratto rapinatore.
Nei suoi confronti è stata applicata un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere.
Giova precisare che l’odierno indagato è, allo stato, indiziato in merito al reato contestato e che la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.