Trapani – Nei giorni scorsi, in seguito all’audizione presso la 1^ Commissione all’ARS, il Comune di Trapani ha inviato una nota all’assessore regionale alla famiglia ed alle politiche del lavoro Antonio Scavone indicando i fondi residuali del Distretto socio-sanitario D50 al fine di avviare servizi aggiuntivi, migliorativi ed integrativi in favore degli studenti disabili gravi. L’eventuale disponibilità finanziaria non spesa, in seguito ad accertamento degli uffici competenti, ammonta ad €505.700,86 così suddivisi: 138.707,89 destinati a voucher spesa (pandemia Covid) per famiglie e 446.992,87 provenienti da ribassi di gara di azioni avviate, però non riprogrammabili nel rispetto delle indicazioni contenute nella L. R. 11/2010 poiché da destinarsi a progetti individuali per le persone disabili d’intesa con l’ASP e le famiglie. Inoltre, si rammenta come fu proprio l’assessorato di cui sopra a ribadire come non fosse possibile effettuare spese per servizi che non fossero di “competenza comunale”.
La Città di Trapani, in assenza di modifica normativa peraltro proposta proprio dall’amministrazione comunale trapanese, non potrà effettuare alcun servizio specifico previa comunicazione/avviso dell’assessorato in questione che diversamente disponga in tal senso. Ecco perché i 2 milioni che la Regione Siciliana ha stanziato ieri per l’assistenza igienico-personale agli alunni con disabilità delle scuole comunali dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado non può che lasciare estremamente contrariati tanto sul piano delle risorse che verranno erogate al Comune di Trapani quanto sul piano delle competenze. “Si tratta di un emendamento farlocco, assolutamente insufficiente per coprire i servizi – dichiara il Sindaco Tranchida – poiché presumibilmente giungeranno 30/40 mila euro con le quali non risolveremo un bel nulla, atteso che in passato la media spesa annua comunale era di circa 350 mila Euro + Iva. Inoltre, laddove dalla Regione dovesse giungere parere favorevole, gireremo i soldi alle scuole previa segnalazione alle competenti autorità per mancanza del personale, poiché il comune non è titolare del servizio secondo la legge. Pertanto si tratta dell’ennesima presa in giro alle famiglie, che continuano ad attendere una soluzione definitiva, e di un evidente ammiccamento alle cooperative ed a coloro i quali sono rimasti senza lavoro”.