A discuterne, una tra i massimi esperti, Leticia Ruiz Gomez, direttore delle Collezioni Reali del Patrimonio Nazionale di Spagna
Palermo – Il mito della pittrice Sofonisba Anguissola è al centro del convegno di martedì 16 novembre alle ore 18, nella Chiesa San Giorgio dei Genovesi, promosso dall’Istituto Cervantes e dalla Fondazione Federico II. Un pomeriggio di studi dal titolo di “Il mito di Sofonisba: la dama pittrice. Patrimonio comune tra Spagna e Palermo” per non dimenticare una delle donne protagonista indiscusse dell’arte.
Sofonisba Anguissola fu donna e artista all’avanguardia, rivoluzionaria, geniale ritrattista. Ebbe una lunga carriera artistica che la fece sbarcare in Spagna per realizzare importanti ritratti dei sovrani. Al convegno interverrà Leticia Ruiz Gomez, grande conoscitrice dell’artista che ricopre il ruolo di direttore delle Collezioni Reali del Patrimonio Nazionale di Spagna; figura di spicco del Cuerpo Facultativo de Conservadores de Museos, destinato al Museo del Prado, dove per più di vent’anni è stata a capo del Dipartimento dell’Area della Pittura Spagnola anteriore al 1700 e dell’Area delle cornici.
Insieme al direttore dell’Instituto Cervantes, Beatriz Hernanz Angulo e al direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso verrà offerto un focus su una tra le più grandi pittrici che operò tra il Cinquecento e l’inizio del Seicento. Talentuosa, coraggiosa e “cittadina del mondo”.
Una donna fuori dal tempo che merita di essere annoverata tra le grandi artiste del patrimonio spagnolo, italiano e siciliano.
Fu tanto meritevole che Giorgio Vasari si premurò di andarla a trovare a Cremona per le sue “meraviglie” e ne scrisse nella seconda edizione delle Vite.
«Questo incontro fa parte di una linea fondamentale di programmazione dell’Instituto Cervantes di Palermo: “Donne in lingua spagnola”, – dice Beatriz Hernanz Angulo, direttore dell’Instituto Cervantes – che vuole far conoscere e valorizzare la creatività e il lavoro intellettuale e artistico così attuale delle donne di Spagna e Italia: i fili, a volte invisibili, che ci uniscono, tessuti nella storia, le relazioni, a volte sorprendenti, non solo nel nostro comune passato ma anche nel nostro presente. Sofonisba Anguissola è un punto di riferimento per tutto questo. Durante la sua lunga permanenza in Spagna, fu una pittrice rispettata e protetta a Corte da parte dello stesso Filippo II. Leticia Ruiz, esperta riconosciuta a livello internazionale, è un esempio attuale di questo talento intellettuale spagnolo, con stretti rapporti con l’Italia. Dal Cervantes abbiamo voluto far coincidere il nostro omaggio con la data di morte della nostra geniale pittrice e nello spazio dove riposano le sue spoglie mortali».
Michelangelo, favorevolmente colpito da un suo disegno raffigurante Una giovane che rideva le chiese di eseguirne un secondo con “un putto che piangesse come cosa molto difficile” e lei ritrasse un Fanciullo che piange morso da un gambero in uno spettacolare disegno.
«Sofonisba, artista tecnicamente pregevole, – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – ci ricorda che il suo impegno fu una delle voci che contribuì, certamente, l’avanzata del cammino difficile che consentì anche alle donne di essere protagoniste nell’arte e nella storia. La Fondazione è attenta all’obiettivo della valorizzazione, a partire da quel patrimonio artistico e ideale che artisti eccezionali come Sofonisba, hanno lasciato alla nostra Isola».
Il convegno di studi si intesta proprio questo obiettivo: ricordare il valore della donna e dell’artista Sofonisba Anguissola e portarla agli onori di una cronaca storica e artistica odierna quale patrimonio comune da valorizzare permanentemente.
Imbrigliata in un universo maschile granitico Sofonisba non fu la prima donna a dipingere. Ma ebbe una personalità tale da ritagliarsi margini importanti di autonomia personale e professionale che la resero famosa in Italia e in Spagna per la sua eccezionale e pregevole pratica artistica.
Così famosa e talentuosa da meritare il riconoscimento di Van Dyck che scrisse di “preziosi avvertimenti” suggeriti dall’anziana artista ormai prossima alla cecità che lui stesso incontrò a Palermo nel 1624 e di cui realizzò un disegno che la ritraeva. Van Dyck sentendosi grato a Sofonisba disse: “ho ricevuto maggiori lumi da una donna cieca che dallo studiare le opere dei più insigni maestri”.
La Fondazione Federico II ringrazia l’ammirevole sensibilità del Sacerdote Giuseppe Bucaro, Rettore della Chiesa San Giorgio dei Genovesi per avere accolto con entusiamo l’iniziativa. Proprio laddove ha riposo eterno Sofonisba Anguisolla.