Palermo – “Il rischio di perdere il treno dei finanziamenti comunitari c’è, è reale. Lo avevo previsto mesi fa, quando sono stata prima firmataria di una norma – condivisa con il presidente Savona e colleghi di altri gruppi parlamentari – che prevedeva l’accesso per un triennio nella PA siciliana di una task force di 300 esperti, necessaria a garantire un solo obiettivo: intercettare le ingenti risorse stanziate dall’UE e trasformale in progetti finanziabili. Compensare in concreto a un vuoto che in organico esiste presso gli Enti Locali e nei Dipartimenti regionali, con un’azione mirata. Non servono burocrati calati da Roma, nè altri funzionari – che per carità ben vengano nell’ottica di una rigenerazione amministrativa della PA, ma non in questo caso. Servono profili di alto livello – con anni di esperienza sulle spalle, in grado di caricarsi sulle stesse le responsabilità necessarie a progettare e portare a casa il risultato. Servono figure che non temono la pressione, perché per formazione professionale ci convivono tutti i giorni. Purtroppo nel corso del dibattito nelle commissioni di merito all’Ars e in Aula, la norma da me proposta è stata snaturata, privata del suo significato originario. Inclusa all’art. 12 della legge di stabilità regionale n. 9 del 15/04/2021, ha subito un sostanziale cambiamento. Così com’è però non è utile al treno che in Sicilia non passerà più. Per tale motivo proporrò all’Aula di rivedere la norma e renderla veramente funzionale alla nostra terra. L’alternativa è il concreto rischio di privare la Regione di un’opportunità unica per allinearci al resto d’Italia. È non possiamo permettercelo”. Lo afferma la deputata di Forza Italia all’Ars, Bernardette Grasso.