Palermo – Le carte del disciolto Circolo Culturale Mediterraneo di Palermo, già conservate presso l’Istituto Paritario Platone, sono state cedute e versate nell’archivio dell’Isspe – Istituto Siciliano Studi politici ed Economici.
Dette carte contengono, tra l’altro, una vasta documentazione sulla rivista “Sacro e Profano” e sul Premio Internazionale “Mircea Eliade”, testimonianze di/e su Giovanni Allegra, ispanista già docente dell’Università di Perugia, Padre Giulio Basetti Sani, tra i massimi studiosi di Daniel Massignon, George Anawati, dell’Istituto di Studi Orientali del Cairo, Alessandro Bausani, già docente di Islamistica all’Università di Roma e traduttore del Corano, Maurice Borrmans, del Pontificio Istituto Studi Arabi ed Islamici del Segretariato per i non Cristiani, Andrea Borruso, già docente di Islamistica dell’Università di Palermo, Abdelwahab Bouhdiba, Presidente del Ceres di Tunisi e docente nell’Università di Tunisi e alla Sorbona di Parigi, Franco Cardini, medievista, docente delle Università di Firenze e Bari, Pio Filippani Ronconi, induista di fama internazionale e docente all’Istituto Orientale di Napoli, Vintila Horia, scrittore, Abd al Wahid Pallavicini, imam, studioso di René Guenon, Roberto Rubinacci, già Rettore dell’Istituto Orientale di Napoli, Andraos Salama, già vescovo del Cairo, Vittorio Vettori, scrittore tra i massimi critici di Dante Alighieri, Elemire Zolla, docente all’Università di Roma, Abolghassem Amini, già Segretario Generale del Centro Culturale Islamico d’Italia, Francesco Gabrieli, già Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Mircea Eliade, grande storico delle religioni e già docente all’Università di Chicago, Jeannette Najem Sfeir, già docente di Glottologia araba all’Università di Padova, Giuseppina Igonetti, già docente dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, Imam Shiek Abdel Hamid Haddara, del Centro Culturale Islamico d’Italia, Mentor Hamdi Cioku Gropa, già Segretario Generale dell’Unione Islamica in Occidente e direttore di Islam, Bent Parodi, del Giornale di Sicilia, Francesco Grisi, dell’Università di Roma, Mahmoud Maamouri, Direttore dell’Ufficio della Lega degli Stati Arabi, Fausto Gianfranceschi, scrittore, Fuad Allam, dell’Università di Trieste, Khalil Samir, islamologo di Beirut, Augusto Del Noce, filosofo.
L’attività del Circolo Culturale Mediterraneo – sorto nel 1981 e presieduto dai Proff. Pier Luigi Aurea, prima, e Umberto Balistreri, successivamente – è da ritenere ampiamente meritoria per la valenza e l’incisività dell’azione, a livello anche internazionale, in considerazione dell’eco suscitata nella stampa – si pensi, tra l’altro oltre alle più prestigiose testate nazionali (RAI, Il Tempo, Il Giornale di Sicilia, il Corriere della Sera, etc.) anche a “Civiltà Cattolica”, “L’Osservatore Romano”, “Islam”. In tale contesto eccezionale, ad esempio, il II Convegno “Incontro tra Cristianesimo ed Islamismo” per la straordinaria partecipazione del grande storico delle religioni Mircea Eliade, in una platea, affollata all’inverosimile, attenta e sorprendente anche per la presenza di numerosissimi giovani, emeriti accademici siciliani che chiedevano con insistenza agli organizzatori di poter incontrare ed interloquire con il Maestro Eliade, autore di una imponente mole di opere e saggi che “hanno rivoluzionato l’ermeneutica del sacro” e le cui interpretazioni del mito, del rito, del mondo iniziatico “hanno fatto scuola in tutti i continenti (le sue opere sono state tradotte in oltre 40 lingue”, o alle continue frequentazioni di studiosi come Pio Filippani Ronconi, “una stella di prima grandezza”, come l’ebbe a definire Bent Parodi, Elemire Zolla, “negazione vivente dell’intellettuale astrato di tipo moderno”, Roberto Rubinacci, l’apprezzato Rettore dell’Istituto Orientale di Napoli, lo storico Franco Cardini, lo Sheik Adb al Wahid Pallavicini, gli indimenticabili Vittorio Vettori e Francesco Grisi.
Obiettivo principale della rivista del Circolo Culturale Mediterraneo, “Sacro e Profano” (1982-1991) fu quello di costruire uno strumento di studio e di divulgazione delle tematiche che, in senso lato, si definirono religiose. E la rivista non intendeva inserirsi nel novero delle pubblicazioni specialistiche, ognuna delle quali svolgeva egregiamente il ruolo di approfondimento scientifico, ma di creare un veicolo di aggregazione prima di tutto tra coloro che già si incontrarono e stimarono nel corso vi vari convegni e riunioni, e poi tra tutti coloro che, pur da diverse ottiche e da diversi bagagli culturali, consideravano il sacro la vera essenza della realtà e la via religiosa l’unico scopo dell’esistenza umana.