Il titolo di miglior cortometraggio della quindicesima edizione del festival internazionale di cortometraggi, scelto da una giuria di esperti, se lo è aggiudicato “Dualpa”, il documentario di Mohammad Reza Reza Moradi. Gli spettatori in sala hanno invece scelto la pellicola palermitana “Tutto è Vodù”
Palermo – Un demone che rappresenta le frustrazioni, le ansie e i desideri che ogni uomo si porta addosso. Si chiama Dualpa ed è il film vincitore della quindicesima edizione di SorsiCorti, il festival internazionale di cortometraggi che, quest’anno, è tornato in sala al cinema Rouge et Noir. La giuria di esperti, formata da Lorenzo Daniele, Dario Frasca e Marco Milone ha infatti scelto come miglior film quello iraniano, prodotto nel 2020.
La pellicola del regista Mohammad Reza Reza Moradi in poco più di un quarto d’ora attualizza un personaggio a tratti mitologico. “Il film recupera il significato profondo di questa creatura mitica, attingendola da una cultura ancestrale e restituendola al mondo contemporaneo attraverso una storia narrata con grande accuratezza tecnica e la brillante interpretazione degli attori protagonisti” spiega la giuria.
A vincere la miglior regia, invece, è stato il corto belga di Xavier Seron “Sprötch”. La pellicola, con un abile uso dei meccanismi comici, sbatte in faccia allo spettatore la vigliacca indifferenza occidentale nei confronti di tragedie solo in apparenza distanti da noi e ci costringe davanti agli interrogativi educativi più scomodi.
Miglior corto sperimentale è “Frames”. Prodotto nel 2019 in Canada, dunque ben prima dello scoppio della pandemia, il corto di Farhad Pakdel riesce ad anticipare delle sensazioni di distanziamento sociale che oggi sono comuni a qualsiasi cittadino del mondo. Il regista immagina infatti un’avveniristica Montreal vista attraverso gli occhi di una donna che, camminando, osserva il consumarsi di una società che dipende dagli algoritmi delle reti sociali e abbandona la comunicazione con chiunque incontri per strada.
Il premio del pubblico resta in Italia, e più precisamente in Sicilia, grazie al corto di Martino Lo Cascio. Gli spettatori in sala hanno infatti applaudito “Tutto è Vodù”, il documentario prodotto nel 2020 in cui si intrecciano “verità, rischio, libertà, indipendenza, curiosità, radicalmente distante dalle leggi del mercato e del mainstream” così come dichiarato dallo stesso regista. Menzione speciale, infine, al corto australiano “Wine Lake” di Platon Theodoris e al film prodotto in Sudan da Suzannah Mirghani “Al-Sit”.