Palermo – “Lo avevamo detto in tempi non sospetti anche al Provveditore della Sicilia che le carceri con questo sistema sono in mano ai detenuti…”
Questo è il commento di Gioacchino Veneziano, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia ai fatti gravissimi accaduti ieri pomeriggio nel carcere di Frosinone dove un detenuto aveva a disposizione una pistola e un telefonino.
“A chi chiede come ha fatto ad entrare una pistola in un carcere, noi rispondiamo che è in malafede, ovvero ignorante, – infatti dichiara il Segretario della UIL di categoria- come si può garantire la sicurezza e il trattamento senza personale di Polizia sui muri di cinta e con un solo agente per interi padiglioni con oltre 200 detenuti?”
“La ministra e la politica negli ultimi 10 anni – chiosa il sindacalista regionale- si è arresa davanti alle pressanti istanze di garantismo e buonismo a tutti i costi, ma il prezzo che stiamo pagando è la deriva violenta nelle carceri che calpesta non solo l’art. 27 della costituzione, ma pure la dignità di ogni Poliziotto Penitenziario che ormai e prigioniero dei carcerati”.
”Da anni assistiamo inermi allo smantellamento – insiste il leader siciliano della Uil di categoria – della vera funzione della Polizia Penitenziaria, e le assunzioni con il contagocce che non superano mai il turn-over, hanno determinato che non siamo più’ in grado di offrire la sicurezza ai cittadini”.
“La ciliegina sulla torta, – conclude Veneziano – sono state certe leggi che hanno spostato la responsabilità agli operatori di Polizia Penitenziaria in caso di uso legittimo della forza in base all’art. 41 dell’ordinamento penitenziario, che di fatto hanno disarmato la polizia penitenziaria, e hanno innalzato paurosamente la percentuale per malattie per patologie da parte dei colleghi della Polizia Penitenziaria.”